Guerra elettronica nei cieli d’Europa: l’aereo di von der Leyen sotto attacco russo. Mosca smentisce
Un presunto cyber-attacco di Mosca mette in pericolo la presidente della Commissione europea durante l’atterraggio in Bulgaria. Il jet costretto a manovre d’emergenza per un’ora, navigazione affidata alle mappe cartacee. L’episodio rivela l’escalation della guerra informatica russa contro l’Occidente.
I cieli europei sono diventati un campo di battaglia invisibile. Domenica pomeriggio, mentre l’aereo della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen si avvicinava all’aeroporto di Plovdiv, in Bulgaria, i sistemi GPS dell’intera area aeroportuale si sono improvvisamente spenti. Un blackout totale che ha trasformato un atterraggio di routine in un’operazione d’emergenza durata un’ora, con il pilota costretto ad affidarsi alle mappe cartacee per riportare a terra il jet presidenziale.
Secondo tre funzionari informati dell’incidente, citati dal Financial Times, l’episodio porta la firma inequivocabile della guerra elettronica russa. “Era un’interferenza innegabile”, hanno dichiarato le fonti, confermando che l’attacco ha reso completamente inutilizzabili i sistemi di navigazione satellitare durante le fasi più delicate del volo.
Von der Leyen stava compiendo una missione cruciale negli Stati di frontiera dell’Unione europea, volando da Varsavia per incontrare il primo ministro bulgaro Rosen Zhelyazkov e visitare una fabbrica di munizioni strategica per gli sforzi bellici dell’Ucraina. Un tour che assume ora contorni drammatici alla luce dell’attacco subito.
L’escalation della guerra informatica
L’incidente di Plovdiv non rappresenta un caso isolato nella strategia di destabilizzazione tecnologica orchestrata dal Cremlino. Anna-Kaisa Itkonen, portavoce dell’Ue per i trasporti, ha rivelato dati allarmanti sulla crescente aggressività russa nello spazio cibernetico: “L’Europa è la regione più colpita al mondo dal jamming e dallo spoofing GPS, in particolare sul versante orientale”.
La portavoce ha svelato che già lo scorso giugno tredici Stati membri hanno inviato una lettera d’emergenza alla Commissione europea, denunciando come questi attacchi informatici siano diventati “una pratica quasi quotidiana” con “gravi ripercussioni sul trasporto marittimo e aereo e sull’economia”.
Il generale Carsten Breuer, capo delle forze armate tedesche, ha confermato la sistematicità degli attacchi russi, rivelando che anche il suo aereo è stato colpito da interferenze GPS durante due distinti episodi sul Mar Baltico. Una testimonianza che dimostra come la guerra elettronica russa non conosca distinzioni gerarchiche, prendendo di mira sia i vertici militari che quelli politici europei.
La risposta tecnologica dell’Europa
Di fronte all’escalation degli attacchi informatici, l’Unione europea sta accelerando il potenziamento delle proprie difese spaziali. Il progetto Galileo, il sistema di navigazione satellitare europeo, rappresenta la prima linea di difesa contro le interferenze russe.
La strategia europea punta su tre pilastri tecnologici: l’implementazione di sistemi di autenticazione avanzati, l’espansione della costellazione satellitare e il rafforzamento delle capacità di detection degli attacchi. Una corsa contro il tempo per proteggere infrastrutture critiche che movimentano miliardi di euro e garantiscono la sicurezza dei trasporti continentali.
Il negazionismo del Cremlino
Come prevedibile, Mosca ha respinto ogni responsabilità nell’attacco informatico. Dmitri Peskov, portavoce del presidente russo, ha liquidato le accuse definendole “informazioni errate”, mantenendo la linea del diniego sistematico che caratterizza la strategia comunicativa del Cremlino di fronte alle evidenze della guerra ibrida condotta contro l’Occidente.
Il negazionismo russo stride però con la crescente documentazione di attacchi GPS che seguono pattern precisi, colpendo sistematicamente obiettivi strategici europei in momenti di massima tensione geopolitica. L’incidente di von der Leyen si inserisce in questo quadro come l’escalation più audace finora registrata, testimoniando la volontà russa di alzare l’asticella della provocazione tecnologica.
L’episodio di Plovdiv segna un punto di non ritorno nella guerra informatica tra Russia ed Europa, dimostrando che nemmeno i più alti rappresentanti istituzionali sono al riparo dalla strategia di destabilizzazione del Cremlino. Una lezione che impone all’Unione europea di accelerare i piani di difesa cibernetica, trasformando la tecnologia da vulnerabilità in scudo protettivo contro le aggressioni del XXI secolo.
