Sicilia, Tardino al centro dello scontro Mulè-Schifani. Domani il Tar decide sulla nomina

Renato Schifani e Giorgio Mulè

La nomina di Annalisa Tardino a commissario straordinario dell’Autorità di sistema portuale del mare di Sicilia Occidentale diventa il nuovo terreno di scontro politico in Sicilia. A contrapporsi, da un lato, il vicepresidente della Camera Giorgio Mulè, che ha espresso pieno sostegno alla nuova commissaria, e dall’altro il governatore Renato Schifani, che ha impugnato l’atto davanti al Tar di Palermo. Proprio domani, 9 settembre, i giudici amministrativi si pronunceranno sulla richiesta di sospensiva avanzata dalla Regione, un passaggio che potrebbe ridefinire gli equilibri istituzionali tra Roma e Palermo.

L’appoggio di Mulè e l’ipotesi di successione a Schifani

Mulè ha affidato ai social il racconto del suo incontro con Tardino, definendo lo sviluppo della Sicilia e la competitività dei porti “sfide che obbligano ad azioni strategiche decise e immediate”. Il vicepresidente della Camera non si è limitato alle parole di circostanza: “Ho assicurato alla commissaria tutto il sostegno necessario per la crescita del porto anche sul fronte del turismo”, ha sottolineato, garantendo un impegno diretto anche in Parlamento “nell’interesse superiore della Sicilia”.

Un endorsement che, sullo sfondo delle tensioni interne a Forza Italia, assume un peso politico ulteriore. Secondo indiscrezioni, Mulè potrebbe guardare alla candidatura a governatore nel dopo-Schifani, e le sue dichiarazioni sembrano inserirsi in una partita che va ben oltre la governance dei porti.

Lo strappo tra Roma e Palermo

La nomina di Tardino, avvocato ed eurodeputata della Lega, voluta dal ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, è stata accolta con freddezza da Schifani. Il governatore ha infatti impugnato il provvedimento, sostenendo che la scelta naturale sarebbe stata quella di Luca Lupi, segretario generale uscente dell’Autorità portuale, in grado di garantire continuità e competenza tecnica.

Una linea condivisa anche dal ministro degli Esteri e vicepresidente del Consiglio Antonio Tajani, che si è schierato al fianco di Schifani. Salvini, al contrario, ha puntato su una figura di sua fiducia, rafforzando così la presenza leghista in un settore strategico come quello portuale.

La sfida al Tar

La sospensiva richiesta da Schifani è stata accolta e l’udienza fissata per domani sarà il banco di prova decisivo. Non si tratta solo del destino della nomina di Tardino, ma di un braccio di ferro che mette in gioco il rapporto tra il governo nazionale e la Regione Siciliana.

Tardino, dal canto suo, non si dice intimorita: “Faccio l’avvocato da 21 anni e non temo i ricorsi. Tutto questo è solo pubblicità”, ha dichiarato. Parole che hanno contribuito ad alimentare il clima di tensione.

Il nodo strategico: lo sviluppo dei porti

Al di là delle contrapposizioni politiche, resta centrale la questione della competitività della Sicilia. Il sistema portuale, con Palermo in prima linea, rappresenta un nodo strategico per commercio, logistica e turismo. La sfida, come ricordato dallo stesso Mulè, è trasformare l’isola in un hub mediterraneo, capace di attrarre imprese e investimenti.

Un obiettivo che richiederebbe coesione istituzionale e visione condivisa. Ma la spaccatura tra Salvini e Schifani, con Mulè pronto a giocare la sua partita politica, rende il percorso ancora più incerto.