Debito francese al collasso, Fitch avverte: l’Europa paga il conto

L’agenzia declassa il rating sovrano della Francia ad “A+” a causa dell’aumento del debito pubblico e dell’instabilità politica, che ostacolano un consolidamento fiscale credibile.

Emmanuel Macron

Emmanuel Macron

L’agenzia di valutazione finanziaria Fitch Ratings ha annunciato il declassamento del rating sovrano a lungo termine della Francia, portandolo da “AA-” ad “A+”. La decisione, accompagnata da un outlook stabile, è motivata da un insieme di fattori che mettono in luce le crescenti difficoltà economiche e politiche del Paese. Tra questi, l’aumento del rapporto debito/Pil, il persistente deficit pubblico e l’incapacità del sistema politico francese di intraprendere un percorso convincente di consolidamento fiscale.

Fitch prevede che il debito pubblico francese raggiungerà il 121% del Pil entro il 2027, rispetto al 113,2% registrato nel 2024, senza prospettive chiare di stabilizzazione negli anni successivi. Questo livello di indebitamento, il terzo più alto tra i Paesi con rating “A” e “AA”, riduce drasticamente il margine di manovra della Francia di fronte a possibili nuovi shock economici, come sottolineato dall’agenzia: “L’elevato debito pubblico limita la capacità di risposta a crisi future”.

Frammentazione politica e instabilità governativa

Un elemento centrale nella decisione di Fitch è la frammentazione politica che caratterizza la Francia. Dal 2024, il Paese ha attraversato un periodo di forte instabilità, con tre governi diversi in pochi mesi e un recente voto di sfiducia che ha ulteriormente accentuato la polarizzazione. Questa situazione rende improbabile il raggiungimento dell’obiettivo dichiarato dal governo di ridurre il deficit pubblico al 3% del Pil entro il 2029. Le tensioni pre-elettorali, in vista delle elezioni presidenziali del 2027, limiteranno ulteriormente la capacità di adottare misure di aggiustamento fiscale efficaci.

Fitch evidenzia come la complessità del panorama politico francese ostacoli la formulazione di politiche coerenti per affrontare le sfide economiche. La mancanza di un consenso politico stabile rappresenta un freno significativo alle riforme strutturali necessarie per ridurre il deficit e il debito pubblico.

Deficit pubblico e pressioni sulla spesa

Per il 2025, Fitch stima un deficit pubblico pari al 5,5% del Pil, in lieve miglioramento rispetto al 5,8% del 2024, ma ancora ben al di sopra della media dell’area euro, che si attesta al 2,7%. Le proiezioni per il biennio 2026-2027 indicano che i disavanzi rimarranno sopra il 5%, spinti dall’aumento della spesa per interessi sul debito e per la difesa. Inoltre, il peso fiscale francese, pari al 45,6% del Pil, è già il più alto dell’Unione Europea, lasciando poco margine per incrementare le entrate attraverso nuove tasse.

Le rigidità strutturali della spesa sociale, che rappresenta una parte significativa del bilancio pubblico, rendono estremamente complessa una riduzione significativa dei costi. Questo scenario limita ulteriormente le opzioni a disposizione del governo per riequilibrare i conti pubblici senza compromettere i servizi essenziali.

Punti di forza e prospettive di crescita

Nonostante il declassamento, Fitch riconosce che la Francia mantiene fondamentali economici solidi. L’economia del Paese è ampia e diversificata, supportata da una forte qualità istituzionale e dall’appartenenza all’eurozona. Il settore bancario è robusto, e la Francia gode di un ottimo accesso ai mercati finanziari internazionali. Le previsioni di crescita, sebbene modeste, rimangono positive: il Pil dovrebbe crescere dello 0,6% nel 2025 e dell’1,2% nel 2027.

Il “Country Ceiling” della Francia rimane a “AAA”, quattro livelli sopra il rating sovrano, riflettendo il bassissimo rischio di controlli sui capitali all’interno dell’eurozona. Questo aspetto sottolinea la fiducia nella stabilità finanziaria del Paese, nonostante le sfide di bilancio.