Sondaggio Swg: Meloni macina consensi. Opposizioni in caduta libera, Pd e M5S affondano

Giorgia Meloni

Una corsa solitaria, che sembra non conoscere ostacoli. Fratelli d’Italia continua a macinare consensi e a distanziare gli avversari, mentre Partito Democratico e Movimento 5 Stelle arretrano, perdendo terreno in un quadro che ridisegna equilibri e prospettive. È questo lo scenario tratteggiato dall’ultimo sondaggio Swg per il Tg La7, diffuso il 15 settembre 2025: se si votasse oggi, Giorgia Meloni sarebbe più salda che mai al vertice, con un margine sempre più ampio sugli avversari.

Secondo i dati, il partito della premier guadagna lo 0,4% e tocca il 30,4%, consolidando una leadership che ormai si avvicina a un terzo dell’elettorato. Un traguardo simbolico ma significativo, perché certifica la capacità di FdI di assorbire l’erosione degli altri poli, intercettando un consenso stabile e in crescita.

Al contrario, il Pd di Elly Schlein segna un passo falso: -0,3% e una discesa al 21,9%. Una frenata che pesa, perché avviene in un momento in cui la segretaria è chiamata a stringere le fila del campo progressista e a reggere la concorrenza di un Movimento 5 Stelle anch’esso in difficoltà.

L’opposizione in affanno

Il M5S guidato da Giuseppe Conte perde anch’esso lo 0,3%, scivolando al 13,3%. Una dinamica che conferma la difficoltà del movimento a recuperare slancio e a riposizionarsi come forza cardine dell’opposizione. La distanza dal Pd resta ampia, ma soprattutto il confronto con FdI appare schiacciante: il triplo dei consensi in favore della destra di governo.

Nell’area del centrodestra, intanto, la Lega prova a rimanere in scia. Matteo Salvini guadagna un timido +0,1% che porta il Carroccio all’8,7%. Un risultato che basta però a superare Forza Italia, in flessione dello 0,2% e ora all’8,1%. È il segnale di un equilibrio interno che continua a oscillare, con il partito azzurro incapace di capitalizzare l’effetto Tajani e la Lega che, pur in difficoltà cronica, riesce a mantenere una posizione leggermente più solida.

I piccoli tra resistenza e marginalità

Più in basso, l’aggregazione Verdi e Sinistra si attesta al 6,6%, mantenendo una presenza non trascurabile ma ancora lontana dalla soglia per incidere sugli equilibri complessivi. Azione di Carlo Calenda rimane marginale al 3,4%, Italia Viva di Matteo Renzi scivola al 2,4%, mentre +Europa si ferma al 2,1%. Chiude la lista Noi Moderati, con appena l’1%, simbolo delle difficoltà dei micro-partiti a ritagliarsi spazio in un panorama polarizzato.

Il quadro che emerge dal sondaggio non è soltanto un elenco di numeri: racconta di un Paese in cui la forza della premier resta intatta, mentre le opposizioni arrancano tra divisioni e cali di consensi. Una dinamica che, se confermata, rischia di congelare il dibattito politico, rafforzando ulteriormente la posizione di Meloni e lasciando in ombra ogni alternativa credibile.