Estonia e Israele: tensioni geopolitiche e spalti vuoti, la missione di Gattuso per salvare la qualificazione
La Nazionale italiana si prepara a due sfide cruciali in un contesto di allerta massima e scarso sostegno del pubblico, con Udine blindata e lo stadio semivuoto.

Con la qualificazione ai Mondiali del 2026 appesa a un filo, la Nazionale italiana guidata da Gennaro Gattuso si prepara a due gare decisive — contro Estonia a Tallinn sabato 11 ottobre e Israele a Udine martedì 14 — in un clima teso, segnato da preoccupazioni di sicurezza, scarso afflusso di pubblico e un’atmosfera che il ct definisce senza mezzi termini: “Non si respira una bella aria”.
Dopo un avvio complicato nelle qualificazioni, con gol subiti e prestazioni al di sotto delle aspettative, Gattuso ha convocato il gruppo a Coverciano per un ritiro concentrato e intenso. Il tecnico ha chiesto ai suoi giocatori di “annusare il pericolo” e chiudere le partite con maggiore freddezza: “Rispetto alle partite di settembre ci sarà molto da correggere. Non siamo stati bravissimi”.
L’allenamento inaugurale ha visto il gruppo al completo impegnato in una seduta strutturata: riscaldamento atletico, lavoro tecnico-tattico, torelli a tre gruppi e una partitella a ranghi misti su campo ridotto. Gattuso, visibilmente carico, ha spronato continuamente i giocatori, insistendo su intensità costante e precisione nel tiro. Nessun accenno alla formazione titolare, con la sessione aperta a stampa e partner commerciali a conferma della trasparenza voluta dallo staff.
Il programma una sola sessione di allenamento sempre al Centro Tecnico Federale, prima della partenza per Tallinn. Ma è la seconda gara, quella contro Israele a Udine, a catalizzare l’attenzione per ragioni ben oltre il campo da gioco.
Sicurezza blindata e stadio semivuoto
La sfida del 14 ottobre allo stadio Bluenergy si svolgerà in un contesto di massima allerta. Le autorità italiane hanno predisposto un dispositivo di sicurezza eccezionale per garantire l’incolumità della delegazione israeliana, che arriverà all’aeroporto di Ronchi dei Legionari con scorta blindata e sarà trasferita in una struttura segreta. Pur circolando voci sulla presenza di agenti del Mossad, il Dipartimento di Pubblica Sicurezza ha smentito ufficialmente ogni coinvolgimento di servizi di intelligence stranieri.
Intanto, la città di Udine si prepara a una serata di tensione. Il sindaco Alberto Felice De Toni, che aveva chiesto il rinvio dell’incontro, ha annunciato che non assisterà alla partita, preferendo partecipare a una veglia di preghiera per la pace organizzata dall’Arcivescovo Riccardo Lamba. Sarà invece presente il ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi.
A rendere ancora più evidente il disagio collettivo è il dato sui biglietti: appena 4.000 venduti su una capienza potenziale di oltre 20.000 posti. “La capisco e comprendo la preoccupazione”, ha detto Gattuso, amareggiato ma determinato. “Mi fa male al cuore vedere quanto sta accadendo, però noi questa partita dobbiamo giocarla, sennò perdiamo 3-0”.
Giovani in rampa di lancio e dubbi sugli assenti
Mentre il clima esterno si fa incandescente, in casa azzurra si lavora anche al futuro. Gattuso ha confermato l’interesse per due giovani talenti: “Stiamo parlando di Ahanor e Tresoldi da un po’ con il presidente e con Buffon. Sono giocatori che hanno la possibilità di vestire la maglia azzurra e ci stiamo lavorando”.
Quanto a Federico Chiesa, ancora ai margini per problemi fisici non del tutto risolti, il ct ha ribadito un approccio rispettoso: “Con Federico ci sentiamo spesso e sa ciò che penso di lui. Ma bisogna anche rispettare quel che dice il giocatore: lui ancora non si sente al 100%”.
Con Zaccagni e Politano anch’essi fuori per infortunio, Gattuso dovrà fare di necessità virtù, contando su un gruppo chiamato a dimostrare maturità in un momento delicatissimo. “Ai miei giocatori non farò alcun messaggio speciale”, ha chiarito. “Solo lavorare bene e non farsi influenzare da tutto ciò che viene fuori”.
