Dramma Sgarbi, la figlia contro il Gemelli: “Papà irriconoscibile, servono risposte”

Evelina racconta di aver trovato il padre in condizioni agghiaccianti e accusa la struttura sanitaria di aver privilegiato solo la compagna nei rapporti con i familiari.

Vittorio Sgarbi e la figlia Evelina (1)

Vittorio Sgarbi e la figlia Evelina

Battaglia legale e familiare attorno alle condizioni di salute del celebre critico d’arte: Evelina Sgarbi ha presentato querela contro il personale del Policlinico Gemelli, accusato di averla esclusa durante il ricovero paterno e di aver raccolto la firma di Vittorio Sgarbi in circostanze contestate. Nel frattempo, la 25enne ha avviato una procedura per la nomina di un amministratore di sostegno.

La vicenda giudiziaria si intreccia con un drammatico quadro clinico. Vittorio Sgarbi, 73 anni, è stato ricoverato al Gemelli per l’aggravarsi di una profonda depressione, in un contesto di fragilità fisica e mentale seguito a precedenti interventi, tra cui un’operazione al cuore. La denuncia, presentata tramite l’avvocato Lorenzo Iacobbi, punta a fare chiarezza su “chi effettivamente si sia reso responsabile di precludere ad Evelina la possibilità e il diritto di avere notizie sul reale stato di salute del padre”.

Il legale non esclude che l’indagine della magistratura possa estendersi “anche nei confronti di chi si è reso autore materiale di tale contraffazione”. La giovane Sgarbi aveva già presentato un’istanza al tribunale di Roma per ottenere la nomina di un amministratore di sostegno, sostenendo che il padre “non sarebbe più in grado di seguire i propri interessi”. Una tesi che stride con le rassicurazioni fornite dallo stesso Vittorio Sgarbi e dalla sua compagna Sabrina Colle, ai quali il critico avrebbe affidato la gestione dei rapporti con la struttura sanitaria.

L’esclusione dall’ospedale e il ruolo della compagna

Secondo la ricostruzione fornita dall’avvocato Iacobbi, Evelina sarebbe stata sistematicamente estromessa durante il ricovero del padre. Barbara Hary, madre della ragazza ed ex compagna di Sgarbi, ha raccontato alla Stampa che la figlia si era precipitata in ospedale non appena saputo del ricovero. Evelina era riuscita a scattare una foto del padre che aveva profondamente turbato la madre: “Agghiacciante. Pesava 47 chili e prima era 95. Irriconoscibile”, ha riferito Hary, aggiungendo che la figlia le aveva scritto: “Sicuramente morirà, messo com’è. Non parla con nessuno, è in stato comatoso”.

Da quel momento, stando al racconto materno, Evelina non avrebbe più voluto vedere il padre. Le due donne hanno quindi tentato di ottenere informazioni sulle condizioni di Sgarbi rivolgendosi a un dirigente del Gemelli. La risposta sarebbe stata netta: “L’unica persona che può essere informata è la signora Colle”. Una limitazione che ha spinto madre e figlia a rivolgersi a un legale per richiedere l’amministratore di sostegno.

“Non è vero che sta guarendo”: l’allarme dell’ex compagna

“Sta male, sta molto male. Non è vero che sta guarendo. Bisogna far subito qualcosa per salvarlo”. Con queste parole Barbara Hary ha espresso la propria angoscia in un’intervista, contestando le recenti apparizioni pubbliche del critico. Secondo la donna, episodi come la presenza al seggio elettorale di San Severino Marche non rispecchierebbero la realtà: “Doveva andare ad Arpino per un’inaugurazione, ma nessuno lo ha visto. Semplicemente non ce la fa”, ha dichiarato.

Negli ultimi mesi Sgarbi ha attraversato un periodo di forte crisi fisica e psicologica, segnato da vari ricoveri legati a problemi cardiaci e a una grave depressione. Nonostante alcune foto sui social lo ritraggano sorridente, l’ex compagna sostiene il contrario: “Si vede che è stravolto, in uno stato pietoso. In un altro scatto che ha mia figlia sembra uno spettro”.

Secondo quanto riferito da Hary, i contatti tra padre e figlia si sarebbero progressivamente rarefatti nel corso del 2024. “A settembre Evelina mi disse che era dimagrito tantissimo, faceva impressione. Poi a novembre lo ha rivisto a Milano e Ferrara, ma dopo un malore lo hanno portato via a Lugano. Da allora non lo ha più potuto vedere”, ha raccontato la donna, dipingendo un quadro di isolamento e sofferenza che ha portato alla battaglia legale in corso.