Infiltrazioni mafiose, il Cdm scioglie i consigli comunali di Paternò e Altomonte

Il Consiglio dei ministri ha decretato lo scioglimento dei consigli comunali di Paternò e Altomonte per infiltrazioni mafiose, affidando l’amministrazione a commissioni straordinarie per diciotto mesi in seguito alla proposta formalizzata dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.

Il provvedimento è giunto al termine della riunione dell’esecutivo a Palazzo Chigi, sancendo la fine anticipata delle consiliature nei due centri situati rispettivamente nelle province di Catania e Cosenza. La decisione si fonda sull’articolo 143 del Testo unico degli enti locali (Tuel), normativa che disciplina lo scioglimento delle amministrazioni quando emergono elementi concreti, univoci e rilevanti su collegamenti diretti o indiretti con la criminalità organizzata.

Le indagini prefettizie hanno evidenziato forme di ingerenza tali da alterare la libera determinazione degli organi elettivi e il buon andamento dell’azione amministrativa, nonché da pregiudicare lo stato della sicurezza pubblica. La gestione ordinaria è stata immediatamente revocata: per il prossimo anno e mezzo, prorogabile fino a ventiquattro mesi in casi eccezionali, i poteri di sindaco, giunta e consiglio saranno esercitati da commissioni prefettizie incaricate di ripristinare la legalità.

Per il presidente dell’Ars pagina buia per la comunità etnea

La notizia ha provocato un’immediata reazione istituzionale in Sicilia, dove il caso di Paternò assume un rilievo politico significativo. Gaetano Galvagno, presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana (Ars), ha affidato ai propri canali ufficiali un commento amaro sulla vicenda. La seconda carica della Regione ha definito il decreto governativo non inaspettato, ricordando come, dai banchi dell’opposizione, fossero già state sollevate numerose perplessità sulla gestione della città negli ultimi anni.

Galvagno ha parlato di una “macchia indelebile” che trafigge la comunità, descrivendo lo scioglimento come una delle pagine più buie della storia recente del comune catanese. Nel suo intervento, il presidente dell’Ars ha tuttavia lanciato un appello alle energie migliori del territorio, auspicando un rapido superamento di questa fase critica per restituire orgoglio a una cittadinanza che definisce “onesta ed operosa”.

Le commissioni straordinarie avranno pieni poteri

L’insediamento delle commissioni straordinarie segna l’inizio di una fase delicata per i due municipi, mirata al risanamento dell’ente locale e alla bonifica delle aree grigie amministrative. Il lavoro dei commissari si concentrerà sulla revisione degli atti pregressi, con particolare attenzione agli appalti, alle concessioni e a tutti i settori risultati permeabili alle logiche dei clan.

Lo scioglimento per mafia, misura di carattere preventivo e non sanzionatorio penale, mira a recidere ogni legame tra l’istituzione pubblica e le consorterie criminali, garantendo la continuità dei servizi essenziali ai cittadini al riparo da condizionamenti illeciti. Il monitoraggio del Viminale resterà costante per tutta la durata del commissariamento, periodo durante il quale la vita democratica locale rimarrà sospesa fino al completo ripristino delle condizioni di legalità.