Berrettini e Cobolli, l’Italia trionfa: terza Davis consecutiva
Gli azzurri chiudono la finale con due singolari impeccabili e raccolgono riconoscimenti internazionali, mentre la squadra di Filippo Volandri avvia la pianificazione “di un nuovo ciclo” dopo un’impresa senza precedenti.

L’analisi dei protagonisti e i dati della finale
La giornata conclusiva della Coppa Davis 2025 si apre alle 14.00 con un segnale forte e immediato: Matteo Berrettini supera Pablo Carreño Busta 6-3 6-4 in 79 minuti e firma il primo punto della serie. Il match, disputato sul cemento indoor della Unipol Arena di Bologna, evidenzia da subito il piano tattico dell’azzurro, basato su una prima di servizio incisiva, frequenti accelerazioni di dritto e un controllo rigoroso dei turni di battuta.
Il primo break arriva nel settimo game del set iniziale, grazie a un parziale di tre punti consecutivi che costringe lo spagnolo a forzare scelte rischiose. Nel secondo set l’equilibrio dura fino al 4-4, quando Berrettini piazza una serie di risposte profonde che lo portano 0-40 e gli permettono di convertire la seconda opportunità di break. L’italiano chiude a zero il gioco successivo, neutralizzando anche le proteste dell’avversario sul rumore del pubblico. Al termine dell’incontro, Berrettini ringrazia i tifosi per il sostegno e riconosce la tensione della mattinata, parlando della necessità di rimanere concentrato punto dopo punto.
Cobolli ribalta il match e sigla il punto decisivo
Il secondo singolare della finale, fra Flavio Cobolli e Jaume Munar, si trasforma in una maratona di oltre tre ore che segna la cifra emotiva della giornata. L’italiano inizia in grande difficoltà: perde il primo set 6-1, commette errori gratuiti e appare poco incisivo negli scambi lunghi, mentre lo spagnolo mantiene una regolarità costante. All’inizio del secondo set la situazione peggiora, con Cobolli sotto di un break prima dell’interruzione del gioco per un malore tra il pubblico nel secondo game.
La sospensione permette al romano di ritrovare ritmo e respiro: al rientro alza l’intensità e costruisce scambi più profondi, riducendo la prevedibilità delle scelte da fondo. Progressivamente, il match cambia inerzia. Sul 6-6, il tiebreak diventa una prova di tenuta mentale: Munar annulla sei set point ma non basta, perché Cobolli vince 9-7 con una prima esterna e un dritto in avanzamento. Nel terzo set la sfida si stabilizza su livelli altissimi. Entrambi mantengono i propri turni con autorità fino all’11° game, quando tre errori di Munar aprono lo spiraglio decisivo. Cobolli approfitta dell’occasione con un dritto fulminante che lo porta al break. Nel game conclusivo serve senza esitazioni e chiude 7-5, consegnando all’Italia la quarta Coppa Davis della sua storia.
Una squadra che costruisce un’era
Le dichiarazioni di Cobolli nel post-partita confermano un quadro di maturità e coesione di squadra. Il giocatore parla della sua crescita, delle difficoltà superate nelle fasi iniziali del match e della convinzione maturata durante la settimana di gara, in cui ha vinto tre singolari su tre. La menzione al gruppo, alle routine condivise e al riferimento alla coesione dei campioni del mondo 2006 offre una lettura del clima interno: un insieme di giovani che trova equilibrio nel confronto quotidiano e nei ruoli ben definiti.
Berrettini, da parte sua, è riconosciuto da Cobolli come figura di riferimento tecnica e motivazionale, mentre il sostegno degli altri compagni presenti e di quelli rimasti a casa viene indicato come un elemento determinante. Il capitano Filippo Volandri, intervistato dopo la premiazione, definisce il gruppo “lungo e maturo”, capace di alternare responsabilità e condivisione nelle decisioni tattiche. Il tecnico sottolinea il valore di vincere in casa e parla dell’esigenza di individuare ora un nuovo obiettivo, considerato il traguardo storico raggiunto. Ricorda come la gestione dei dialoghi durante i cambi campo sia stata cruciale e come l’ascolto dei giocatori più esperti, in particolare Berrettini, abbia indirizzato alcune scelte.
Reazioni internazionali e prospettive per il 2026
Il successo italiano riceve immediatamente reazioni rilevanti dal mondo del tennis internazionale. Jannik Sinner definisce la vittoria “incredibile”, mentre Lorenzo Musetti parla di un risultato che “entra nella storia”. Carlos Alcaraz esprime orgoglio per la prestazione dei connazionali ma riconosce la superiorità della formazione azzurra, mentre Jasmine Paolini celebra il terzo trionfo consecutivo con un riferimento diretto al medagliere delle Davis vinte.
Il presidente del Comitato Olimpico Nazionale Italiano, Luciano Buonfiglio, sottolinea come la sinergia tra squadra maschile e femminile abbia consolidato la leadership del tennis italiano, evidenziando che la vittoria bolognese si aggiunge al successo della Billie Jean King Cup. Il presidente della Federazione Italiana Tennis, Angelo Binaghi, ricorda la previsione fatta da Sinner sulla forza collettiva della squadra e ribadisce il valore dell’approccio unitario, elogiando la presenza a bordo campo anche delle giocatrici che hanno vinto la competizione femminile.
L’impresa azzurra assume un significato storico preciso: nessuna squadra aveva vinto tre titoli consecutivi dopo l’abolizione del Challenge Round nel 1971. Il paragone con la serie di successi statunitensi fra il 1968 e il 1972 evidenzia la portata del risultato. Le prospettive ora guardano al 2026 e alla possibilità di tradurre la fiducia accumulata nella settimana di Bologna nel rendimento individuale sul circuito, con Cobolli e Berrettini chiamati a consolidare il proprio posizionamento e a fare della Davis un punto di slancio.
