Governo e università emiliane lanciano Filosofia per ufficiali: Meloni aveva accusato ateneo di Bologna di barriere ideologiche

Anna Maria Bernini

Anna Maria Bernini

Il Governo attiva il corso di Filosofia per gli allievi dell’Accademia Militare di Modena con una rete interforze di atenei emiliano-romagnoli, dopo che l’Università di Bologna ha deciso di non deliberare l’attivazione del percorso triennale esclusivo richiesto dall’Accademia lo scorso ottobre. La ministra di Forza Italia per l’Università Annamaria Bernini ha annunciato via social la soluzione trovata per garantire la formazione filosofica agli ufficiali in addestramento.

“A chi pensava di tenervi fuori dall’Università abbiamo risposto con un gruppo interforze di atenei: una rete che garantirà una formazione di qualità, continua e mirata, grazie alla collaborazione di tutte le università dell’Emilia-Romagna”, ha dichiarato Bernini. La ministra ha ringraziato il Generale Stefano Messina, Comandante dell’Accademia, e il Generale Antonello Vespaziani, Comandante per la formazione, la specializzazione e la dottrina dell’Esercito, oltre alla Rettrice dell’Università di Modena e Reggio Emilia Rita Cucchiara e al Prefetto Fabrizia Triolo.

L’iniziativa arriva dopo settimane di tensioni politiche innescate dalla decisione del Dipartimento di Filosofia dell’ateneo bolognese. La premier Giorgia Meloni aveva definito quella scelta “un atto incomprensibile e gravemente sbagliato”, accusando l’ateneo di “pregiudizi ideologici” e di mettere in discussione il ruolo costituzionale delle Forze Armate. “Non si tratta solo di una scelta inaccettabile, ma di un gesto lesivo dei doveri costituzionali che fondano l’autonomia dell’Università”, aveva dichiarato la presidente del Consiglio in una nota ufficiale.

Meloni: “Preparazione umanistica fattore strategico per la sicurezza nazionale”

Secondo la premier, arricchire la formazione degli ufficiali con competenze umanistiche costituisce “un fattore strategico” per il servizio reso allo Stato. “Avere personale formato anche in discipline umanistiche garantisce quella profondità di analisi, di visione e di pensiero laterale essenziale per affrontare le sfide che alle forze armate sono affidate”, ha spiegato Meloni.

La posizione del Governo sottolinea come la preparazione non possa essere solo tecnica, soprattutto in contesti internazionali complessi dove l’Italia è impegnata in missioni di pace e difesa. La premier ha concluso ribadendo “il pieno e incondizionato sostegno all’Esercito” e condannando “ogni tentativo di isolare, delegittimare o frapporre barriere ideologiche a un dialogo istituzionale così fondamentale per l’interesse nazionale”.

Bologna respinge le accuse: “Mai negato l’accesso, valutata solo sostenibilità didattica”

L’Università di Bologna ha replicato con una nota di chiarimento, respingendo le accuse di pregiudizio ideologico. L’ateneo ha precisato di non aver mai negato né rifiutato l’iscrizione a nessuna persona, comprese donne e uomini delle Forze Armate, e di collaborare stabilmente con l’Accademia Militare da vent’anni, riservando posti nel Corso di Laurea in Medicina Veterinaria. La questione riguardava invece “una richiesta di attivazione per un percorso triennale di studi in Filosofia strutturato in via esclusiva per i soli allievi ufficiali”, con 180 crediti formativi da svolgersi interamente presso la sede dell’Accademia secondo il regolamento militare interno.

Il Dipartimento di Filosofia, competente per la valutazione preliminare, aveva dovuto considerare la sostenibilità didattica, la disponibilità di docenti e la coerenza con l’offerta formativa, oltre alle risorse necessarie che andavano “ben oltre il costo di eventuali contratti di docenza”. Dopo un confronto interno, il Dipartimento aveva deciso di non procedere “allo stato dei fatti” alla deliberazione, comunicando la scelta ai vertici militari già lo scorso ottobre e manifestando “la piena disponibilità a ogni futura interlocuzione”. L’Università ha rivendicato il rispetto dell’autonomia dipartimentale sancita dalla Costituzione.

Rete regionale: soluzione tecnica o vittoria politica del centrodestra

La soluzione della rete interforze di atenei emiliano-romagnoli aggira di fatto il veto bolognese, distribuendo il carico didattico su più università della regione. Resta da chiarire quali atenei aderiranno concretamente al progetto e con quali modalità organizzative. La scelta di Bernini di ringraziare esplicitamente l’Università di Modena e Reggio Emilia suggerisce un ruolo di coordinamento per quell’ateneo.

Dal punto di vista politico, l’iniziativa permette al Governo di rivendicare una vittoria sulla questione, presentandosi come garante della formazione militare contro presunte chiusure ideologiche del mondo accademico. L’episodio si inserisce in un dibattito più ampio sul rapporto tra università e istituzioni militari, riacceso dalle dichiarazioni del Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, Generale Carmine Masiello, che aveva pubblicamente lamentato il rifiuto bolognese. La polemica ha attraversato tutto lo spettro politico, con il centrodestra compatto nel sostenere l’Accademia e parte del mondo accademico nel difendere l’autonomia decisionale dei dipartimenti universitari.