Verso il congresso, Tajani apre ai Berlusconi: “Se scendono in campo, avranno il nostro sostegno”. “Io mi ricandiderò”

Tajani

Antonio Tajani

Il vicepremier e ministro degli Esteri annuncia la sua ricandidatura al congresso nazionale del partito previsto per inizio 2026. E sulla possibile discesa in politica di Marina e Piersilvio: “Potrebbero portare consensi”. Respinta l’ipotesi correnti interne: “Non esistono e non esisteranno”. Marina e Piersilvio Berlusconi in politica? Antonio Tajani non chiude. Anzi. Il leader di Forza Italia ha dichiarato che un eventuale impegno dei figli del Cavaliere “potrebbe portare consensi” e rappresenterebbe “una novità”. Ma la decisione, ha precisato il vicepremier, spetta soltanto a loro.

“Se vogliono partecipare all’agone politico, benissimo. È una scelta che devono fare loro”, ha affermato Tajani, sottolineando il rapporto quotidiano con Marina e Piersilvio: “Ci sentiamo tutti i giorni, c’è sempre un confronto. Sono anche amici personali”. Il ministro degli Esteri ha poi garantito: “Se decideranno di partecipare avranno tutto il nostro sostegno”. Le parole di Tajani arrivano a pochi mesi dal congresso nazionale di Forza Italia, previsto per l’inizio del 2026. Il segretario ha confermato la sua ricandidatura, ma ha lanciato un messaggio di apertura: “Se ci sono altre persone, che lo facciano. È importante sviluppare questo momento di democrazia”. Una dichiarazione che segna una svolta rispetto al passato del partito, quando la leadership era incarnata dal carisma personale di Silvio Berlusconi.

Il partito solido che sostituisce il leader carismatico

“La vera apertura del partito è questa”, ha spiegato Tajani. “Avere un partito dove la classe dirigente viene scelta dalla base. Il rinnovamento più importante è proprio questo”. Il vicepremier ha tracciato una linea netta tra il prima e il dopo Berlusconi: “Prima avevamo un leader carismatico, che è irripetibile. Non esiste Berlusconi 2. Noi dobbiamo invece avere un partito solido, le cui fondamenta sono le idee di Berlusconi”. Una transizione che passa attraverso la legittimazione democratica interna, come ha tenuto a ribadire: “Ho voluto essere eletto segretario e ho voluto avere un congresso che mi eleggesse perché ci fosse una legittimazione da parte dei nostri iscritti”.

Sul fronte interno, Tajani ha respinto con fermezza l’ipotesi di correnti nel partito. Il riferimento implicito è all’evento organizzato per oggi dal governatore della Calabria Roberto Occhiuto. “Non credo ci siano correnti in Forza Italia, non ci sono mai state – ha dichiarato il ministro degli Esteri -. E’ un evento organizzato da un’agenzia alla quale partecipa il presidente della regione Calabria e fa bene. Io sono sempre favorevole quando si parla, si discute e ci si confronta”.

Nessuna corrente, solo confronto democratico

Tajani ha difeso il diritto al dibattito interno, ma ha posto un limite invalicabile: “Le correnti, come diceva Don Sturzo, sono il cancro di ogni partito. Quindi è sbagliato dar vita a correnti. Ma in Forza Italia non c’è questa ipotesi perché nessuno ha mai detto di volerlo fare”. Il segretario ha rivendicato la natura democratica del confronto: “Non ho nulla in contrario a che un presidente di Regione partecipi a un convegno e parli. I partiti sono un luogo di democrazia e di confronto”. E ha concluso: “Sono assolutamente favorevole al confronto democratico. Poi sono gli iscritti che decidono qual è la linea giusta da seguire. Non ci devono essere imposizioni dall’alto”.