Il dittatore nordcoreano Kim Jong Un e sua figlia
Quattordicimila ore di trasmissioni passate al setaccio, un sistema di riconoscimento facciale all’avanguardia, tremila immagini estratte e verificate. L’inchiesta del gruppo editoriale giapponese Nikkei sulla televisione di Stato nordcoreana ha prodotto un risultato che non lascia spazio a dubbi: la figlia di Kim Jong Un sta emergendo come figura centrale del regime. La sua presenza in video ha ormai raggiunto livelli paragonabili a quelli del padre, alimentando con forza crescente l’ipotesi di una successione dinastica già in fase avanzata di costruzione.
L’analisi condotta da Nikkei rappresenta un esempio notevole di giornalismo investigativo potenziato dall’intelligenza artificiale. Il team ha esaminato 14.115 ore di filmati della Korean Central Television, coprendo tre anni a partire dalla prima apparizione pubblica della giovane. I dati raccolti mostrano una progressione impressionante: il numero di giorni mensili in cui la ragazza compare sugli schermi è cresciuto in modo sistematico, fino ad avvicinarsi alla frequenza delle apparizioni dello stesso leader supremo.
La metodologia adottata dai giornalisti giapponesi merita attenzione. Il sistema di riconoscimento facciale è stato sviluppato in linguaggio Python e addestrato su circa duecento immagini della figlia di Kim diffuse dai media ufficiali nordcoreani. Il software è stato programmato per estrarre i tratti somatici distintivi e identificare automaticamente le apparizioni nei filmati, registrando immagini e orari ogni volta che veniva superata una soglia di corrispondenza predefinita.
Un’elaborazione da cinque terabyte ridotta a pochi giorni
L’enorme quantità di materiale analizzato — oltre cinque terabyte di dati — ha richiesto l’impiego di servizi cloud e l’elaborazione parallela su più server. Senza queste tecnologie, il lavoro avrebbe richiesto diversi mesi. Grazie all’intelligenza artificiale, i tempi sono stati compressi in pochi giorni, consentendo ai giornalisti di concentrarsi sulla verifica manuale delle circa tremila immagini estratte dal sistema automatico.
Il controllo umano ha confermato la distribuzione delle apparizioni su oltre seicento giorni nell’arco di tre anni. L’analisi del contesto dei filmati ha rivelato dettagli significativi: la giovane compare in eventi ufficiali di alto profilo e in scene di propaganda accuratamente costruite. In molti casi, la vicinanza fisica con il padre viene enfatizzata dalle riprese, un segnale interpretato dagli analisti come indicatore deliberato del suo status privilegiato all’interno della gerarchia del regime.
La testimonianza del disertore conferma la strategia propagandistica
Per completare l’inchiesta, Nikkei ha raccolto la testimonianza di un disertore nordcoreano, che ha confermato come le immagini analizzate corrispondano fedelmente a quanto trasmesso all’interno del Paese. La sua dichiarazione sul futuro politico della figlia di Kim Jong Un non lascia margini a interpretazioni ambigue: “Poiché è la persona scelta da Kim Jong Un, ho accettato che potesse diventare la sua successora. Nessuno metterebbe in dubbio questa possibilità”.
Le parole del disertore riflettono la percezione diffusa nella popolazione nordcoreana, dove il culto della personalità e la legittimazione dinastica rappresentano pilastri del sistema di potere. La costruzione mediatica della figura della giovane Kim segue schemi collaudati dal regime, che da decenni utilizza la televisione di Stato come strumento primario di controllo dell’immaginario collettivo e di trasmissione dei messaggi del vertice.
Successione dinastica e continuità del regime
L’inchiesta di Nikkei offre elementi concreti per valutare una questione che gli osservatori internazionali seguono con attenzione crescente. La Corea del Nord ha già sperimentato due passaggi di potere dinastici: da Kim Il Sung a Kim Jong Il, e da quest’ultimo a Kim Jong Un. L’attuale leader, che ha circa quarant’anni, potrebbe preparare il terreno per una terza transizione, assicurando così la continuità della dinastia Kim al vertice del regime.
La strategia comunicativa appare deliberata e pianificata. L’aumento progressivo della visibilità mediatica della figlia non è casuale, ma risponde a una logica precisa di costruzione del consenso e di familiarizzazione della popolazione con una potenziale nuova leader. Il regime nordcoreano ha sempre attribuito enorme importanza alla simbologia e alla rappresentazione visiva del potere, e l’uso sistematico della televisione di Stato per promuovere la figura della giovane Kim si inserisce perfettamente in questa tradizione.
