Abuso ufficio e intercettazioni, Nordio non molla: il Parlamento non sia supino

Abuso ufficio e intercettazioni, Nordio non molla: il Parlamento non sia supino
Carlo Nordio
20 gennaio 2023

Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha sgombrato il campo da qualsiasi dubbio. Con la sua relazione alla Camera sulla giustizia (dopo quella di mercoledì al Senato) e con le puntualizzazioni fatte su alcuni temi ‘caldi’, in particolare quello delle intercettazioni, ha fatto intendere – a chi avesse ancora dubbi – che sente e interpreta il nuovo ruolo con taglio fortemente ‘politico’. Sull’abuso d’ufficio (“un reato che abrogherei”) e sulle intercettazioni Nordio si è rivolto direttamente ai singoli parlamentari e agli amministratori locali, strappando più volte l’applauso dell’Aula non solo dai banchi della maggioranza in alcuni passaggi del suo discorso.

“L’Italia non è fatta da pubblici ministeri e il Parlamento – ha esortato – non deve essere supino e acquiescente a quello che sono le affermazioni dei pubblici ministeri”. Sull’abuso d’ufficio reato che genera la ‘paura della firma’ in tanti amministratori, il Guardasigilli ha detto che “c’è una sproporzione tra i mezzi impiegati e i risultati ottenuti nel perseguire questo reato dove solo il 3 per cento arriva a condanne”. E ancora: “molti di voi sono indotti non da nemici ma da amici a fare un passo di lato” in attesa dell’esito di indagini e “…poi campa cavallo”.

“Da me – ha quindi rivelato – c’è stata una processione di sindaci dei vostri partiti che vengono a chiedere di eliminare questo reato”. (Ancora applausi). Il ministro è tornato soprattutto a parlare di intercettazioni – dopo le polemiche scaturite dalle sua parole di ieri al Senato e sulle quali ha detto che sembra continuare “un dialogo tra sordi”. Lo ha fatto in primis ribadendo che “nessuno vuole toccare le intercettazioni per reati di mafia e terrorismo e anche per reati satelliti di questi fenomeni perniciosi”. Allo stesso ha confermato il suo pensiero sugli abusi perché “se non interverremo sugli abusi delle intercettazioni cadremo in una democrazia dimezzata”.

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Ci sono tre tipi di intercettazioni. Quelle sulla sicurezza dello Stato, quelle preventive che “sono utilissime” ma “tanto sono utile e tanto sono segrete” e sono sotto la responsabilità del procuratore e restano nella sua cassaforte e non vengono di fatto ai diffuse. Il problema – ha sottolineato – si pone però sul terzo tipo di intercettazioni, “che sono quelle giudiziarie, effettuate su richiesta del pm con autorizzazione dei gip. Qui – secondo il guardasigilli – il pasticcio è colossale, perché transitando dal pm al gip attraverso il deposito, il transito nelle cancellerie, il contraddittorio con difensori e il giudice finiscono nelle mani di decine di persone, e inevitabilmente si crea l’abuso dove sicuramente interverremo, il fatto che escono sui giornali notizie che diffamano l’onore delle persone”.

A pochi giorni dall’arresto di Matteo Messina Denaro e replicando all’ex Procuratore nazionale antimafia, oggi parlamentare M5S Federico Cafiero de Raho, Nordio detto che “c’è una visione para-mafiosa dello Stato” per cui “una mafia che si è infiltrata dappertutto”. “Se questo è vero – ha subito aggiunto – significa che in questi ultimi trent’anni la lotta alla mafia è fallita. Se è così cosa ha fatto l’antimafia?”. “Invece io – ha concluso – non credo che l’Antimafia abbia lavorato male, non credo che in Italia ci siano tutte queste infiltrazioni, la realtà sta nel mezzo”.

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