Cronaca

Addio a Emilio Fede, il leone del Tg4: drammatica fine di una leggenda tra scandali e lotte

Emilio Fede

È morto Emilio Fede, volto storico e direttore per vent’anni del Tg4, simbolo di un’epoca del giornalismo televisivo italiano. Nato a Barcellona Pozzo di Gotto (Messina) nel 1931, Fede ha attraversato decenni di trasformazioni mediatiche e politiche, segnando il piccolo schermo con uno stile inconfondibile, tra successi, polemiche e scandali. Ricoverato nella Residenza San Felice di Segrate, si è spento a 94 anni dopo un aggravamento delle sue condizioni di salute. La sua figura, emblema del rapporto tra informazione e potere, ha lasciato un segno indelebile nel panorama televisivo nazionale.

La carriera giornalistica e i guai giudiziari

Emilio Fede inizia la sua attività professionale nella carta stampata, collaborando con “Il Momento” di Roma e la “Gazzetta del Popolo” di Torino come inviato speciale. Nel 1954 fa il salto in televisione entrando alla Rai, dove conduce programmi e diventa inviato speciale per otto anni in Africa, realizzando reportage durante le fasi di decolonizzazione e le guerre civili in oltre 40 Paesi. Dopo questa esperienza, rientra in Italia e collabora con la redazione di TV7, programma di approfondimento del TG1.

Dal 1976 al 1982 conduce il TG1, assumendone la direzione per due anni. Sotto la sua guida, il TG1 trasmette la celebre diretta tv sull’incidente di Vermicino nel 1981, durata 18 ore e seguita da 25 milioni di spettatori, evento che apre la strada a quella che sarà nota come la “TV del dolore”.

Una svolta nel privato: Fininvest e il Tg4

Nel 1987 Fede lascia la Rai e si lega al gruppo Fininvest di Silvio Berlusconi, dirigendo inizialmente il TgA, primo telegiornale nazionale privato italiano. Nel 1989 assume la direzione di Videonews e Studio Aperto su Italia 1, testata che inaugura con la cronaca – 16 gennaio 1991 – diventando il primo telegiornale in Italia ad annunciare in diretta l’inizio dell’operazione ‘Desert Storm’ durante la Guerra del Golfo, proprio nel giorno della sua prima messa in onda su Italia 1, scoop arricchito con la cattura di due piloti italiani prigionieri.

Dal 1992 al 2012 è direttore del Tg4, testata che rinnova profondamente e con cui diventa il volto più riconoscibile dell’informazione Mediaset. Il suo stile, spesso teatrale e provocatorio, plus la vicinanza politica a Berlusconi, lo rendono una figura di grande impatto e altrettanto controversa, oggetto di discussioni sul rapporto tra editoria e potere in Italia.

Le vicende giudiziarie

Tutto inizia nel 2011 con il coinvolgimento nel caso Ruby: Fede è indagato per induzione e favoreggiamento della prostituzione, insieme con Silvio Berlusconi, Lele Mora e Nicole Minetti, nel 2019 viene condannato in via definitiva per favoreggiamento della prostituzione dell’ex modella marocchina. A causa dell’età avanzata e delle condizioni di salute, Fede sconta la pena in detenzione domiciliare, ma il 22 giugno 2020 ‘evade’ e viene arrestato a Napoli mentre sta cenando con la moglie Diana de Feo in un ristorante per festeggiare il suo 89esimo compleanno.

La moglie, giornalista Rai e senatrice Pdl dal 2008 al 2013, sposata nel 1965 e dalla quale Emilio Fede ha avuto due figlie, Sveva e Simona, è morta poi il 23 giugno nel 2021 a causa di una malattia. I guai giudiziari di Fede ‘rovinano’ l’immagine di un cronista che conosce tappe importanti nel giornalismo.

L’eredità e l’ultimo capitolo

Una delle ultime apparizioni lo vedono particolarmente provato in occasione della morte di Silvio Berlusconi, il 14 giugno 2023: quel giorno Fede non riesce ad arrivare in tempo al funerale per un problema con l’autista, come denuncia lui stesso sui social. Per questo il giornalista va alla villa di Arcore, dove le spoglie di Berlusconi erano state portate dopo la cerimonia al duomo di Milano, e rilascia alcune dichiarazioni commosse.

Negli ultimi anni la salute di Fede si è deteriorata. Ricoverato in una residenza sanitaria a Segrate, ha lottato con dignità fino alla fine. Oltre alle vicende professionali, la sua vita è stata segnata da processi e scandali, ma anche da riconoscimenti e una carriera che ha influito profondamente sulla televisione e sull’informazione nel nostro Paese.

Emilio Fede lascia un patrimonio complesso e controverso, specchio di un’Italia attraversata da trasformazioni mediatiche e politiche senza precedenti. La sua figura rimane un caso di studio sul potere dei media, la costruzione dell’informazione e le sfide del mestiere di giornalista in epoche di mutamenti continui.

Pubblicato da
Maurizio Balistreri