Cronaca

Addio alla duchessa di Kent: il segreto di Wimbledon e il dolore nascosto di una reale

La Duchessa di Kent, figura di rara eleganza e dedizione, si è spenta giovedì sera a Kensington Palace all’età di 92 anni. Buckingham Palace ha annunciato la notizia con un comunicato che riflette il profondo cordoglio della famiglia reale e dell’intera nazione. Nota per il suo legame con Wimbledon e per aver insegnato musica in incognito in una scuola elementare, la duchessa lascia un’eredità di compassione e discrezione che ha toccato cuori in tutto il Regno Unito.

Un lutto che unisce la nazione

La famiglia reale, in una nota ufficiale, ha espresso il proprio dolore: “È con profondo rammarico che annunciamo la morte di Sua Altezza Reale la Duchessa di Kent. Il re, la regina e tutti i membri della famiglia si uniscono al Duca di Kent, ai suoi figli e nipoti nel lutto, ricordando con affetto la sua dedizione alle cause benefiche, la passione per la musica e l’empatia verso i giovani”. La duchessa, circondata dai suoi cari, si è spenta serenamente nella sua residenza londinese, lasciando un vuoto incolmabile.

Il primo ministro Keir Starmer ha reso omaggio alla sua figura, sottolineando come abbia incarnato “compassione, dignità e un tocco umano in ogni sua azione”. La bandiera Union Jack, ammainata a mezz’asta a Buckingham Palace, simboleggia il rispetto di una nazione per una donna che ha saputo coniugare il prestigio reale con un’umanità straordinaria.

Un’eredità di grazia e impegno

Nata Katharine Worsley in una famiglia aristocratica dello Yorkshire, la duchessa ha vissuto una vita all’insegna del servizio e della discrezione. Sposata nel 1961 con il principe Edoardo, Duca di Kent, cugino di primo grado della regina Elisabetta II, ha rappresentato con grazia la monarchia britannica. Convertitasi al cattolicesimo nel 1994, è stata una pioniera nella famiglia reale, diventando il membro più anziano vivente dopo la morte di Elisabetta II nel 2022.

La sua passione per la musica, coltivata come pianista, organista e cantante, l’ha portata a insegnare in segreto per 13 anni in una scuola elementare di Hull, nel nord-est dell’Inghilterra. “Non c’è stata alcuna pubblicità, sembrava funzionare e basta”, aveva dichiarato al Daily Telegraph nel 2022, rivelando la sua natura modesta. Solo il preside conosceva la sua vera identità, un dettaglio che ne sottolinea l’umiltà.

Un’icona a Wimbledon e oltre

Per decenni, la duchessa è stata una presenza costante a Wimbledon, consegnando trofei e offrendo conforto ai giocatori. Memorabile il suo abbraccio alla tennista Jana Novotná, in lacrime dopo la sconfitta in finale contro Steffi Graf nel 1993. Quel gesto, carico di empatia, ha cementato la sua immagine come figura materna e accessibile, lontana dagli stereotipi della regalità.

La sua vita non è stata priva di sfide personali. La duchessa ha affrontato una grave depressione in seguito a un aborto causato dalla rosolia e a un parto prematuro. La sua apertura nel parlare di queste difficoltà ha contribuito a destigmatizzare i problemi di salute mentale, rendendola una figura ancora più vicina al pubblico.

Un’eredità che vive nei giovani

L’arcivescovo di York, Stephen Cottrell, ha lodato il suo impegno per il benessere dei giovani, definendola “una sostenitrice instancabile che ha ispirato generazioni di musicisti”. La sua dedizione si è riflessa anche nel suo lavoro con diverse organizzazioni benefiche, sempre portato avanti con discrezione e determinazione.

Nonostante vivesse separata dal marito, il Duca di Kent, la coppia non ha mai divorziato, mantenendo un legame saldo e tre figli che continuano il loro retaggio. La duchessa, con il suo equilibrio tra eleganza aristocratica e autenticità, ha rappresentato un modello di modernità all’interno della monarchia.

Un addio che commuove il mondo

La morte della Duchessa di Kent segna la fine di un’era per la famiglia reale britannica. La sua capacità di coniugare il dovere pubblico con una vita privata segnata da umiltà e resilienza la rende una figura indimenticabile. Mentre il Regno Unito piange la sua perdita, il suo esempio di dedizione e umanità continuerà a ispirare le generazioni future.

Pubblicato da
Maurizio Balistreri