Politica

Addio piatti plastica e cotton fioc, accordo Consiglio-Europarlamento

La presidenza di turno austriaca del Consiglio Ue ha raggiunto a Bruxelles, dopo un lungo negoziato durato tutta la notte scorsa, un accordo di principio con il Parlamento europeo sulla nuova direttiva per la riduzione dei rifiuti marini in plastica, e in particolare per il divieto o la limitazione dei prodotti monouso. La direttiva, proposta dalla Commissione il 28 maggio scorso, ha avuto un iter molto rapido per gli standard della legislazione comunitaria. Gli ambasciatori degli Stati membri avevano raggiunto una “posizione comune” in Consiglio Ue già il 31 ottobre, appena una settimana dopo che la plenaria del Parlamento europeo aveva approvato a Strasburgo, a larghissima maggioranza (571 voti contro 53 e 34 astensioni) la sua posizione.

Le tre istituzioni hanno potuto così cominciare presto i negoziati (“trilogo”) per accordarsi sugli emendamenti, in vista del compromesso che è stato raggiunto ieri, e che ora dovrà solo essere formalizzato (probabilmente a gennaio) dall’Assemblea di Strasburgo e dal Consiglio Ue per l’approvazione definitiva della proposta. Le nuove norme entreranno in vigore due anni dopo la pubblicazione in Gazzetta ufficiale del testo definitivo, e quindi all’inizio del 2021. La direttiva vieterà o sottoporrà ad altre restrizioni i 10 prodotti di plastica monouso che rappresentano da soli il 70% dei rifiuti in mare, e per i quali esistono già alternative facilmente disponibili ed economicamente accessibili in altri materiali. In particolare saranno vietati: bastoncini cotonati, posate, piatti, cannucce, mescolatori per bevande e aste per palloncini. Tutti questi prodotti dovranno essere fabbricati esclusivamente con materiali alternativi sostenibili.

In più, rispetto alla proposta iniziale della Commissione, il Parlamento europeo ha chiesto e ottenuto di vietare anche gli oggetti di plastica “oxi-biodegradabile” (che invece della normale biodegradazione si spezzano in piccoli frammenti che persistono nell’ambiente), compresi quelli non monouso, e i contenitori per alimenti di polistirene espanso. I contenitori usa e getta per bevande in plastica saranno ammessi solo se i tappi e i coperchi restano attaccati al contenitore, mentre gli altri contenitori per alimenti e tazze per bevande in plastica saranno sottoposti a obiettivi di riduzione del consumo. Gli Stati membri dovranno fissare obiettivi nazionali di riduzione, mettendo a disposizione prodotti alternativi presso i punti vendita, o impedendo che i prodotti di plastica monouso siano forniti gratuitamente.

E’ stato definito un approccio in due fasi per sviluppare la raccolta differenziata delle bottiglie di plastica monouso per bevande, attraverso obiettivi di raccolta del 77% entro il 2025 e del 90% entro il 2029. E’ un calendario più ambizioso di quanto aveva previsto la posizione comune del Consiglio Ue, ma in ritardo di quattro anni rispetto alla proposta iniziale del 90% entro il 2025, avanzata dalla Commissione. La raccolta potrà avvenire ad esempio mediante l’introduzione di sistemi di cauzione-deposito, come quelli già esistenti per alcune bottiglie di vetro. Il Parlamento europeo ha dovuto alla fine ritirare la sua richiesta di fissare un obiettivo quantitativo per ridurre almeno del 25% il consumo di contenitori e coppette per alimenti. In compenso, i co-legislatori si sono messi d’accordo sull’obbligo per gli Stati membri di garantire che le bottiglie in Pet immesse sul mercato contengano almeno il 25% di plastica riciclata, in media, entro il 2025, e che il contenuto di plastica riciclata aumenti in media al 30% entro il 2030 per tutte le bottiglie.

Sono anche previsti incentivi al settore industriale per lo sviluppo di alternative meno inquinanti; ma in compenso i produttori saranno chiamati a coprire i costi di gestione e bonifica dei rifiuti (“regime di responsabilità estesa del produttore”), e i costi delle misure di sensibilizzazione per una serie di prodotti: contenitori per alimenti, pacchetti e involucri (ad esempio per patatine e dolciumi), contenitori e tazze per bevande, prodotti del tabacco con filtro (i mozziconi di sigaretta), salviette umidificate, palloncini e borse di plastica in materiale leggero. Le tazze per bevande e i prodotti del tabacco con filtro saranno sottoposti a un obbligo di marcatura: dovranno avere un’etichetta chiara e standardizzata che indichi la presenza di plastica nei prodotti, come devono essere smaltiti, e il loro impatto negativo sull’ambiente. Non sono stati però definiti obiettivi quantitativi di riduzione per i prodotti del tabacco, come avrebbe voluto il Parlamento europeo.

La direttiva contiene infine disposizioni separate per quanto riguarda gli attrezzi da pesca, che rappresentano il 27% dei rifiuti rinvenuti sulle spiagge. Verranno introdotti dei regimi di responsabilità del produttore per gli attrezzi da pesca contenenti plastica: i fabbricanti dovranno coprire i costi della raccolta differenziata dei rifiuti quando questi articoli sono dismessi. Verranno sviluppati degli standard armonizzati per garantire il riciclaggio di questi attrezzi con una progettazione finalizzata all’economia circolare. Il Consiglio Ue puntava al recupero di almeno il 50% e il riciclaggio del 15% delle reti da pesca entro il 2025, ma nell’accordo non vi sono target quantitativi, solo l’impegno degli Stati membri a stabilire obiettivi nazionali, in vista della fissazione di obiettivi europei in un secondo momento. askanews

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