“Hanno ucciso i loro stessi soldati, hanno abbattuto un aereo senza difese che effettuava una missione umanitaria, usando missili tedeschi e americani”. Così il capo della Duma, la Camera bassa del parlamento russo, Viatcheslav Volodine, ha commentato la notizia dell’incidente aereo che nella mattinata di ieri ha coinvolto un velivolo da trasporto russo Ilyushin IL-76 con 65 prigionieri ucraini a bordo, precipitato nella regione russa di Belgorod.
Per Mosca l’aereo sarebbe stato abbattuto da missili del sistema antiaereo ucraino Patriot o Iris-T, di fabbricazione americana o tedesca e un altro aereo dello stesso tipo, con a bordo altri 80 prigionieri ucraini, sarebbe riuscito a evitare l’attacco. Ma sulla vicenda ci sono versioni contrastanti. Per Kiev, infatti, l’aereo trasportava missili anche se le autorità russe hanno ribadito che “a bordo c’erano 65 prigionieri delle forze armate ucraine che venivano trasportati nella regione di Belgorod per uno scambio, oltre a sei membri dell’equipaggio e tre assistenti”. I rottami sono caduti su un’area di circa 5 Km, finendo anche sulle case e nei cortili.
Le autorità ucraine al momento non hanno aggiunto altre dichiarazioni, sostenendo che è ancora troppo presto per commentare la notizia. Intanto, una commissione dell’aeronautica russa si è già recata sul luogo dell’incidente per stabilire le cause del disastro.