Afghanistan, aperti a Doha i negoziati di pace governo-talebani

13 settembre 2020

Si sono aperti questa mattina a Doha, in Qatar, i primi “storici” colloqui di pace tra governo di Kabul e Movimento dei talebani, allo scopo di mettere fine a 19 anni di guerra civile. A dare il via ai lavori è stato il ministro degli Esteri del Qatar, Mohammed bin Abdulrahman Al-Thani, al fianco del segretario di Stato Usa, Mike Pompeo e dell’inviato speciale di Washington per l’Afghanistan, Zalmay Khalilzad. Il rappresentante del governo di Kabul, Abdullah Abdullah, che alla vigilia aveva chiesto “una pace giusta e dignitosa”, ha ringraziato i talebani per la loro “disponibilità” al dialogo ed ha ribadito la richiesta delle autorità afgane di un “cessate il fuoco umanitario” nel Paese.

Da parte loro, nell’intervento di apertura, i talebani hanno confermato la volontà di vederre l’applicazione di “un sistema islamico” per l’Afghanistan, secondo quanto riferito dall’agenzia Afp. “Vorrei che tutti prendano in considerazione l’islam nei negoziati e negli accordi e che non si sacrifichi l’islam aghli interessi personali”, ha spiegato il mullah Abdul Ghani Baradar, leader politico del movimento. Il capo della diplomaza di Washington, che di è recato per l’occasione in Qatar, durante il trasferimento nel Paese del Golfo aveva definito “storico” l’incontro odierno. A Doha ha poi invitato tutte le parti in causa a “ridurre la violenza, soddisfacendo le necessità afgane, quelle di un paese riconciliato, con un governo espressione di una nazione non più in guerra”.

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Quelli odierni sono i primi colloqui diretti tra i talebani e i rappresentanti del governo afgano. I militanti si erano finora rifiutati di incontrare il governo, definendolo impotente e “burattino” degli americani. Le due parti mirano alla riconciliazione politica e alla fine di decenni di violenza, iniziata con l’invasione sovietica del 1979. I colloqui avrebbero dovuto iniziare a marzo dopo un accordo sulla sicurezza stipulato da Stati Uniti e talebani a febbraio. Ma i disaccordi su un controverso scambio di prigionieri hanno bloccato la fase successiva, così come le violenze in Afghanistan, dove quattro decenni di guerra sono ora in una fase di stallo.

I talebani intanto hanno liberato 22 soldati afgani nella provincia meridionale di Helmand, come gesto di buona volontà durante l’inizio del processo di pace intra-afgano a Doha in Qatar, e si aspettano che l’amministrazione di Kabul risponda con iniziative simili. “Oggi nella provincia di Helmand, 22 soldati dell’amministrazione di Kabul, catturati in battaglie diverse in momenti diversi, sono stati rilasciati dalle prigioni dell’Emirato islamico [i talebani] visto l’inizio dei negoziati intra-afgani e delle buone intenzioni … L’aspettativa è che anche dall’altra parte siano attuate iniziative simili e sfruttate al massimo le opportunità”, hanno detto i talebani in una nota. Il movimento ha fornito ai soldati vestiti e denaro per tornare a casa dalle loro famiglie, secondo il comunicato.

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I talebani hanno aggiunto che l’organizzazione intende creare “un’atmosfera di fiducia” durante il processo di pace per porre fine alla guerra decennale e stabilire un sistema di governo islamico in Afghanistan. L’Italia accoglie con favore l’avvio dei negoziati intra-afgani, partiti ufficialmente a Doha, come uno sviluppo cruciale nel processo di riconciliazione nazionale in Afghanistan. È quanto si legge in una nota – in inglese – della Farnesina. Dopo decenni di conflitti, che hanno provocato così tante sofferenze alla popolazione afgana, le parti – prosegue il comunicato – hanno ora una preziosa opportunità per un accordo che metterà fine alle violenze, servirà da base per la convivenza pacifica degli afgani, ripristinerà la pace e la stabilità nel Paese e nella regione, e metterà fine alle minacce alla sicurezza internazionale provenienti dal territorio afgano.

L’Italia auspica che le parti colgano questa opportunità e le invita a manifestare un atteggiamento costruttivo, aperto al compromesso, fondamentale per il buon esito dei negoziati, a partire dall’urgente questione della cessazione della violenza, con le sue tragiche conseguenze sui civili. In questi anni l’Italia si è impegnata, insieme agli alleati e ai partner della NATO, per creare le condizioni per un Afghanistan in cui siano rispettati i diritti di tutti i suoi cittadini, comprese donne, bambini e minoranze. L’Italia – conclude la nota – è fermamente impegnata a sostenere la popolazione afgana e non mancherà di sostenere i suoi sforzi di pace.

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