Agguato Antoci, sindaco dell’Ennese: siamo in guerra e ora anch’io un obiettivo

Agguato Antoci, sindaco dell’Ennese: siamo in guerra e ora anch’io un obiettivo
19 maggio 2016

“Siamo in guerra e quello che e’ accaduto al presidente Antoci ne e’ la terribile conferma. Si e’ alzato il livello dello scontro in questo territorio e insieme al presidente del Parco dei Nebrodi mi sento anch’io un obiettivo”. Lo afferma il sindaco di Troina, il 34enne Fabio Venezia, sotto scorta dal dicembre 2012. Le misure di sicurezza sono state rafforzate a entrambi. Venezia e’ impegnato da anni a togliere dalle mani criminali 4000 ettari di campi e pascoli, terre del demanio pubblico per decenni sfruttate dalle violente cosche dei Nebrodi. Nel novembre 2015 la prefettura di Enna aveva sollecitato e ottenuto la rescissione di tutti i contratti di affitto dei terreni demaniali del Comune di Troina, gestiti dall”Azienda speciale Silvopastorale’ istituita quasi 70 anni fa dalla Regione, proprio per gestire il grande patrimonio terriero e immobiliare dell’amministrazione. Era stato il ministero dell’Interno a delegare alla prefettura il compito di nominare una commissione d’indagine per verificare eventuali forme di condizionamento. La commissione aveva accertato l’incombente presenza di personaggi legati alla criminalita’ organizzata che sarebbero riusciti a impedire che per gli affitti si procedesse a regolari bandi pubblici, ma soprattuto a bloccare l’aumento dei canoni rimasti tra i 15 ed i 30 euro per ettaro, lucrando sui contributi comunitari per circa 300 euro a ettaro.

“A questo atto di guerra – riprende il sindaco di Troina – lo Stato deve rispondere con la necessaria incisivita’. Il livello di esposizione e’ molto alto. La forte azione di contrasto sul versante dei terreni boschivi ha prodotto risultati significativi, ma sono stati anche toccati ingenti interessi economici e la reazione scomposta dell’altra notte conferma che il livello di scontro si e’ alzato di molto. Lo Stato deve rispondere aumentando gli organici nei presidi di legalita’ dei territori maggiormente esposti e mettendo in campo azioni forti sia sul versante investigativo che sul fronte dei controlli chiamando se necessario l’esercito. Non si puo’ rischiare ogni giorno la vita solo per fare il proprio dovere”. Venezia e’ sotto scorta ormai da due anni e spiega quando per lui sono arrivate le prime minacce: “Le prime avvisaglie sono giunte – spiega – nel momento in cui abbiamo messo le mani ai contratti di affitto dei terreni del demanio comunale, in passato stipulati senza rispettare l’evidenza pubblica e la normativa antimafia. Le revoche dei contratti hanno prodotto questa escalation criminale che e’ sfociata nell’agguato dell’altra notte”. Per il giovane sindaco, la cui elezione era stata anche osteggiata con “avvertimenti” ad alcuni suoi sostenitori, da una cosca criminale di Troina, legata al clan Santapaola di Catania, sono stati colpiti ingenti interessi economici che ruotavano attorno alla gestione dei pascoli e ai contributi europei. “La reazione sanguinaria e l’efferatezza dell’attentato ad Antoci confermano che l’azione intrapresa e’ stata efficace. Si tratta di una mafia molto oppressiva – aggiunge – che punta l’azione criminale sul controllo oppressivo del territorio abbandonando in molti casi le attivita’ illecite tradizionali come le estorsioni. Per molto tempo questo territorio e’ stato abbandonato a se stesso e diversi gruppi criminali hanno operato indisturbati e in alcuni casi con la complicita’ di pezzi delle istituzioni e dell’apparato burocratico”.

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