Al Pentagono cade un tabù, i transessuali potranno fare coming out

Al Pentagono cade un tabù, i transessuali potranno fare coming out
14 luglio 2015

I transessuali non dovranno più temere di fare coming out: la notizia è che questo sarà possibile anche al Pentagono, dove sta così per cadere un ultimo tabù. Il personale transgender potrà dunque uscire allo scoperto. E’ stato il segretario alla Difesa Ash Carter (foto) ad annunciare un cambio di rotta che si inserisce in uno sforzo complessivo contro le discriminazioni sessuali. Uno sforzo che nel tempo ha portato l’amministrazione Obama alla rimozione della politica “Don’t ask, don’t tell” (non chiedere, non dire) che puntava a tenere nascosto l’orientamento omosessuale di membri del corpo militare statunitense, alla lotta contro gli abusi sessuali tra il personale in uniforme e all’apertura alle donne destinate a scendere in prima linea di combattimento. “Fino ad ora, uomini e donne transessuali sono stati tra noi anche se spesso hanno dovuto lavorare in silenzio”, ha detto Carter in una nota in cui ha definito “superate” le regole riguardanti i transgender che prestano servizio militare.

“Abbiamo soldati, marinai, personale dell’aviazione e Marines transessuali – veri americani patriottici – che sono colpiti da un approccio superato, confuso e incosistente che rappresenta il contrario di quello che sono i nostri valori e il merito individuale”. Convinto del fatto che “la cosa più importante per la qualificazione di chi presta servizio debba essere la capacità e la volontà di fare il proprio lavoro”, Carter ha deciso di creare un gruppo di esperti per studiare nell’arco dei prossimi sei mesi le politiche (e la loro implementazione) che “diano il benvenuto alle persone transgender che prestano servizio apertamente” perché ciò non comporterà alcun “impatto avverso sulla loro prontezza ed efficacia militare”. Secondo varie stime, sono 15.000 i transessuali nell’esercito americano. Eppure per molti di loro, così come è stato per gli omossessuali fino al 2011, le norme in vigore hanno creato una situazione difficile. I più fortunati hanno avuto superiori che non si sono lasciati condizionare dal loro tacito orientamento sessuale. Quelli più sfortunati invece hanno dovuto tenere nascosto il loro status pena gli abusi o l’espulsione. Carter vuole “garantire che chiunque sia capace di prestare servizio abbia la piena ed equa opportunità di farlo”. Per questo “dobbiamo garantire che tutte le persone siano trattate con la dignità e il rispetto che si meritano”.

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