Economia

Finora le proposte non soddisfano

Domani, lunedi’ 16 ottobre alle ore 18 scade il termine per la presentazione delle offerte per l’acquisto di tutta o parte dell’Alitalia ma il ‘closing dell’operazione’, previsto per novembre, slitta al 30 aprile grazie alla proroga concessa dal Governo. La decisione dell’Esecutivo, che ha ulteriormente incrementato il “prestito ponte” portandolo da 600 a 900 milioni, accolta positivamente da azienda e sindacati e’ anche il segnale che, allo stato dell’arte, non ci sono offerte ritenute accettabili evitando il cosiddetto ‘spezzatino’. Significative le parole del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio: “Abbiamo voluto riservare piu’ tempo per l’esame delle offerte e del Piano industriale per Alitalia. Vogliamo vendere, non svendere”. Sulle sorti dell’Alitalia, fa notare piu’ di un addetto ai lavori, pesa anche l’appuntamento elettorale: difficile pensare di assumere decisioni impopolari a ridosso del voto. Piu’ semplice rinviarle a dopo le elezioni. Attualmente, sul tavolo dei commissari, secondo i ‘rumors’, ci sarebbero le proposte di Lufthansa, EasyJet e un fondo cinese. E’ pero’ da tener presente che la ‘low cost’ britannica, in virtu’ della Brexit, e’ destinata a diventare una societa’ extra Ue e, pertanto, non puo’ superare il tetto del 49,9% del capitale sociale.

Altrettanto vale per eventuali fondi di investimento extracomunitari il che vuol dire trovare il resto del 51% nell’Unione Europea. Insomma, evitare lo ‘spezzatino’ e’ tutt’altro che un’impresa facile. E i sindacati lo hanno capito. Il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, ha definito “necessario” l’allungamento dei termini del prestito ponte per Alitalia “perche’ bisogna dare un destino a questa compagnia”. “Quello che continuiamo a ribadire – ha chiarito – e’ che ci deve essere una soluzione per l’insieme e non ci deve essere lo spezzatino”. “Bisogna ricostruire la funzione di una compagnia area intercontinentale”. Per la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, “la vicenda Alitalia e’ complessa: il messaggio che diamo forte e chiaro e’ che l’azienda non venga spezzata”. Quello che i sindacati non dicono, ma temono, e’ che nell’arco dei prossimi mesi il lavoro dei commissari per rendere piu’ appetibile l’azienda possa includere un taglio del costo del lavoro. D’altronde, per cercare di vendere l’ex compagnia di bandiera occorre aumentare i ricavi ma anche tagliare i costi: e quello dei dipendenti e’ un capitolo non trascurabile.

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