Cronaca

Allarme carceri, una rivolta e due suicidi nel giro di ventiquattro ore. Capo del Dap: meno detenuti, più agenti

Una protesta e due suicidi nel giro di ventiquattro ore. E’ sempre allarme carceri. Una situazione annosa quella italiana, ma per la quale ancora non si intravedono segnali di svolta. La rivolta è scattata nel carcere Don Bosco di Pisa. Due ore di protesta dei detenuti scoppiata dopo il ritrovamento del corpo di un 21enne tunisino, che si è ucciso in cella, impiccandosi. Necessario l’intervento della polizia in tenuta anti sommossa all’interno della struttura. A protestare per lo più detenuti di origine magrebina, che lamentano le condizioni “invivibili” del carcere. “La rivolta dei detenuti del carcere di Pisa segna un punto di non ritorno per istituzioni, governo in primo luogo e politica”, ha commentato il segretario del Spp, Aldo Di Giacomo. “Si tratta -ha aggiunto- di una vera e propria guerra contro tutto e tutti”. Un altro detenuto si è tolto la vita nel carcere di Torino, portando a due, quindi, con quello di Pisa, il numero di detenuti suicidi in meno di 24 ore. A Torino, il suicida è un croato di 37 anni e si è ucciso stringendosi un rudimentale cappio al collo. Mentre a Pisa è un tunisino di 22 anni il detenuto ad essersi ucciso. Su Pisa, in particolare, il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria denuncia che “il poliziotto penitenziario era di servizio in tre diverse Sezioni detentive contemporaneamente, vista la carenza di personale che da tempo il SAPPE denuncia ma che non è mai stata risolta in sede ministeriale. E sono comunque inaccettabili le violenze poste in essere dagli altri detenuti del carcere pisano dopo la notizia del suicidio del ristretto”.

LE CIFRE Con i casi odierni salgono, come ricorda lo stesso sindacato, sono quasi 40 dall’inizio dell’anno i suicidi di detenuti nelle carceri italiane. Dunque, due detenuti suicidi in meno di 24 ore portano drammaticamente d`attualità il tema della invivibilità delle carceri italiane. Dura la presa di posizione del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria. “Non ci si ostini a vedere le carceri con l`occhio deformato dalle preconcette impostazioni ideologiche, che vogliono rappresentare una situazione di normalità che non c`è affatto”, dice il segretario Donato Capece. A questo punto, il SAPPE torna a chiedere l`intervento del ministro della Giustizia, Andrea Orlando, per affrontare la questione penitenziaria: “Da quando sono stati introdotti nelle carceri vigilanza dinamica e regime penitenziario aperto, sono decuplicati eventi gli eventi critici in carcere – denuncia il sindacato -. Se è vero che il 95% dei detenuti sta fuori dalle celle tra le 8 e le 10 ore al giorno, è altrettanto vero che non tutti sono impegnati in attività lavorative e che anzi trascorrono il giorno a non far nulla”, prosegue. Il sindacato snocciola una serie di numeri: nei primi sei mesi del 2017, 22 suicidi; 567 tentati suicidi; 4.310 atti di autolesionismo; 3.562 colluttazioni; 541 ferimenti. Per il SAPPE, “le carceri sono più sicure assumendo gli Agenti di Polizia Penitenziaria che mancano, ben 8mila in meno rispetto all`organico previsto, finanziando gli interventi per potenziare i livelli di sicurezza delle carceri”.

CAPO DEL CAP Il capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria Santi Consolo si è recato nel carcere di Pisa, dove nella notte si sono verificati disordini.
La rivolta dei detenuti è scattata dopo la notizia del suicidio di un detenuto tunisino di 28 anni, che era in attesa di primo giudizio. Il capo del Dap ha parlato con i detenuti, e ha poi dato nuove direttive per diminuire la presenza dei detenuti stranieri e aumentare gli agenti. Santi Consolo, infatti, informato nella notte dei fatti – ha reso noto il Dap – è rientrato dalle ferie ed è arrivato a Pisa alle ore 11.00. “La situazione – sottolinea il Dap – appariva critica, nel piazzale esterno sostavano ancora carabinieri e polizia pronti ad intervenire; all`interno la situazione era sotto il controllo della polizia penitenziaria. Circa 40 detenuti occupavano il corridoio di accesso ai passeggi lanciando pietre divelte dal pavimento attraverso le finestre, rendendo così difficile l`accesso all`area occupata”. Raggiunto il passeggio, il capo del Dap “ha parlamentato con i detenuti per riportare la calma e ha invitato una loro rappresentanza di cinque persone all`esterno della zona occupata” e “al termine del colloquio, durante il quale hanno manifestato il dolore per la morte del loro compagno, tutti i detenuti coinvolti nei disordini hanno fatto rientro nelle sezioni detentive”. Il capo del Dap, che nella visita è stato accompagnato dal provveditore regionale Martone, ha incontrato il direttore, il comandante e il personale di polizia penitenziaria in servizio, con i quali “ha concordato gli interventi e le progettualità per migliorare le condizioni detentive e di lavoro del personale”; quindi “ha impartito direttive alle direzioni generali e al provveditorato regionale per deflazionare le presenze di detenuti stranieri che a Pisa sono circa il 70/% e per implementare, per quanto possibile, l`organico della polizia penitenziaria dell`istituto”. Infine, “si è complimentato con il personale di polizia penitenziaria che, seppure presente in numero esiguo, è stato in grado di fronteggiare la situazione con alto profilo professionale, coraggio e buon senso, impedendo che degenerasse”.

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