Alleanze, tensioni Fi-Lega: “Nessun futuro con gli anti Ue”. “No agli inciuci”

Alleanze, tensioni Fi-Lega: “Nessun futuro con gli anti Ue”. “No agli inciuci”
Antonio Tajani e Matteo Salvini
5 dicembre 2023

Il giorno successivo all’evento dei sovranisti di Identità e Democrazia a Firenze, nel contesto della convention dell’Eurogruppo che include la Lega di Matteo Salvini, il Rassemblement National di Marine Le Pen, Alternative für Deutschland e Geert Wilders dei Paesi Bassi, si sono scatenati feroci attacchi nei confronti della Commissione Europea. Questo avviene in un momento cruciale, mentre il governo di centrodestra è alle prese con delicate trattative riguardanti il Patto di Stabilità, le risorse del PNRR e la ratifica del Mes.

Allo scenario si aggiunge la visita in Italia della presidente del Parlamento Europeo, Roberta Metsola, esponente dei Popolari Europei, che ha evidenziato l’importanza di un’Europa pro-europeista e ha espresso ottimismo riguardo alla necessità di proporre un percorso coeso per i prossimi cinque anni. “Il Parlamento europeo e’ un’istituzione molto pro europeista, abbiamo una maggioranza dove lavoriamo insieme e quando andremo alle elezioni a giugno, ai cittadini dobbiamo proporre una scelta pro europeista che va avanti per i 5 anni che vengono. Io sono ottimista”, ha scandito Metsola. Tuttavia, le sue parole hanno ricevuto una risposta decisa da parte di Salvini, che le ha etichettate come un nuovo tentativo di “inciucio con le sinistre”, responsabile, secondo lui, dei problemi attuali dell’Europa. Al contrario, ha sottolineato la visione del suo partito, la Lega, mirata a un futuro fondato su lavoro, sicurezza e libertà, guidato da un centrodestra unito anche nel contesto europeo.

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Salvini ha esplicitato la sua presenza a Bruxelles come ministro per contrastare l’eventualità di una nuova tassa europea, questa volta sui porti italiani, denunciando una serie di tasse proposte dall’UE che la Lega e i suoi alleati respingono. Il leader leghista ha anche rimarcato la volontà di un’Europa diversa, caratterizzata da minori tassazioni e vincoli e maggiori garanzie in termini di sicurezza, protezione dei confini, salute e lavoro per i cittadini europei. Nonostante Salvini abbia escluso che le divergenze europee avranno un impatto sul governo Meloni dopo le elezioni, le nette differenze tra i principali partiti del centrodestra in Europa potrebbero amplificarsi man mano che ci si avvicina al voto delle Europee. Questo è stato evidenziato dagli esponenti di Forza Italia ribadendo la loro posizione europeista e sottolineando la distanza dal formare alleanze con gruppi non europeisti.

 

“Salvini sta dalla parte sbagliata. Noi siamo nel Ppe”

 

“L`impressione – ha detto Raffaele Nevi, vicepresidente vicario del gruppo alla Camera e portavoce di Forza Italia, secondo la sintesi delle sue parole diffusa dall’ufficio stampa di FI – è che Salvini stia dalla parte sbagliata. Noi siamo nel Ppe, e andiamo avanti per la nostra strada per cambiare e non distruggere l`Europa dove vorremmo che ci fosse una ‘maggioranza Tajani’ come quando venne eletto presidente del Parlamento europeo. Ma per fare questo occorre votare il Ppe evitando di disperdere i voti dal centrodestra europeo”. Da qui le parole del numero uno di Forza Italia, Antonio Tajani: “Non devo fare nessun appello, Salvini fa le scelte che ritiene opportuno fare. Dico solo che se Salvini vuole allearsi con noi, io sono sempre disponibile. Siamo alleati in Italia, non vedo perché non dovremmo esserlo in Europa”.

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Sebbene da Palazzo Chigi sia confermato per mercoledì l’incontro con Metsola, da Fratelli d’Italia (FdI) sono pochi i commenti sul raduno fiorentino. Il ministro Francesco Lollobrigida ha chiarito che, nonostante la forte sintonia con la Lega su molte questioni, ci sono differenze legate all’appartenenza a diverse famiglie politiche europee, delineando così paletti chiari per le alleanze. In questo contesto, l’Ucraina e la difesa di Israele emergono come punti di confronto, impedendo possibili alleanze con alcune forze politiche, come evidenziato indirettamente dalle critiche espresse verso Kiev e Gerusalemme durante gli interventi dei sovranisti ospitati da Salvini.

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