Economia

Almaviva, meno soldi ma il lavoro è salvo

Il referendum dei lavoratori palermitani di Almaviva che ha sancito l’ok all’accordo con un robusto 82%, stoppa i licenziamenti, ma tiene aperta la partita del consolidamento e del rilancio. Una strada non indolore, perche’ si risolve in una provvisoria contrazione delle buste paga e dei diritti acquisiti, ma che viene descritta dalle parti in causa – la gran parte dei lavoratori, i sindacati e l’azienda – come l’unica strada oggi praticabile. C’e’ adesso la ribadita intenzione della societa’ di confermare Palermo come cuore delle attivita’ in Italia, ma si naviga a vista sul fronte dei contratti, con Sky che scade a giugno, Alitalia e Tim a fine anno e Wind ad aprile 2018. Ma cosa prevede l’ipotesi di intesa approvata ieri sera, valida per i prossimi tre anni, che garantira’ ai lavoratori la continuita’ dell’occupazione, oltre a prospettare il rilancio del settore? Intanto, La bozza dovra’ essere ratificata al ministero dello Sviluppo economico, alla presenza di Regione e Comune. Alla consultazione hanno preso parte 2.227 votanti su 2.800 lavoratori. A fronte di un anno di sacrifici, come la cassa integrazione straordinaria che andra’ a decrescere fino ad azzerarsi entro un anno, ai lavoratori del call center, viene prospettato un percorso con l’introduzione di elementi profondamente nuovi come, per la prima volta, un contratto di secondo livello e l’anticipazione della cassa integrazione, cento postazioni di formation technology e la possibilita’ dell’accesso a un fondo previsto dalla Regione di 15 milioni per la formazione.

A giugno, alla scadenza della Fis, il Fondo d’integrazione salariale, per i lavoratori scattera’ una Cassa integrazione straordinaria fino al maggio 2018, all’inizio al 35 per cento, che andra’ decrescendo negli ultimi tre mesi al 15 per cento, fino all’azzeramento. L’azienda non aveva mai anticipato gli ammortizzatori sociali: con questo accordo anticipera’ un anno di Cigs. Per un anno ci sara’ anche il taglio di 4 scatti di anzianita’ e il congelamento di un solo anno di Tfr. L’accordo di Napoli ha previsto invece il taglio di tutti gli scatti e il congelamento di tre anni di Tfr. A fronte di tutto questo, l’azienda inoltre riconoscera’ 500 euro di buoni welfare all’anno che ridurranno le perdite. La meta’ dei lavoratori perdera’ dai 125 euro per i part-time a 6 ore alle 300 euro dei full time. Nell’accordo e’ stata introdotta per la prima volta la costituzione di una commissione paritetica, tra azienda e sindacati, per trovare le modalita’ di restituzione del congelamento del Tfr e degli scatti e analizzare l’impatto delle misure concordate sull’andamento del sito di Palermo. Si costruisce per la prima volta il contratto di secondo livello che introduce elementi di ritorno economico legati agli incrementi di produttivita’, al multiskilling, ossia alla possibilita’ di operare produttivamente su piu’ fronti e piu’ piattaforme.
Adesso si attende al varco Almaviva che incassa con soddisfazione l’esito del referendum volto a definire, secondo quanto spiegano dall’azienda, le basi iniziali per affrontare la fase critica, tutelare l’occupazione, recuperare competitivita’ e tentare di portare il sito di Palermo all’essenziale equilibrio economico: un percorso impegnativo che dovra’ essere accompagnato, viene sottolineato, dal necessario sviluppo di un mercato regolato, oggi reso possibile dai recenti provvedimenti del Governo, e dall’altrettanto necessaria definizione di questioni cruciali, come quella legata alle attivita’ in corso con Alitalia.

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