Almeno 55 morti e 146 feriti negli scontri a Tripoli

Almeno 55 morti e 146 feriti negli scontri a Tripoli
16 agosto 2023

Tensione nella capitale libica. E’ di almeno 55 morti e 146 feriti l’ultimo bilancio delle vittime degli scontri scoppiati lunedì sera e cessati ieri a Tripoli, in Libia, tra due milizie armate. Lo ha riferito oggi all’emittente libica Alahrar il portavoce del Centro di assistenza e medicina d’urgenza, Malek Marseet. Le violenze sono scoppiate lunedì sera quando il Comandante della Brigata 444, Mahmoud Hamza, è stato arrestato dalla forza Rada all’aeroporto Mitiga di Tripoli.

Nessuna informazione è stata data finora sui motivi del suo arresto, ma Hamza sarebbe già stato rilasciato. Ai due gruppi armati sono imputati anche diversi rapimenti avvenuti nel corso delle ostilità, a cui il primo ministro Abdul Hamid Dbeibah ha cercato di porre fine recandosi nei quartieri meridionali della città, mentre la Camera dei Rappresentanti e l’Alto Consiglio di Stato, riporta il Lybia Observer, hanno condannato gli atti dei due gruppi armati chiedendo di interrompere immediatamente i combattimenti, ripristinare il dialogo e aprire un corridoio sicuro che garantisca la sicurezza dei civili e la loro libertà di movimento.

 

Proseguono i combattimenti

 

Diverse fonti hanno confermato al Lybia Observer che la Brigata444 e la Forza Al Radaa avevano raggiunto, martedì, un accordo per il cessate il fuoco che è stato evidentemente disatteso nelle scorse ore. A dare ragione di terminare le ostilità sarebbe stata la liberazione da parte della Rada di Mahmoud Hamza il comandante della Brigata 444, il cui arresto ha dato vita agli scontri. La speranza degli osservatori era che questo gesto potesse tranquillizzare gli animi e riportare un clima di relativa normalità nella parte orientale della capitale. Ciononostante, i combattimenti sono proseguiti anche nella giornata di oggi, 16 agosto.

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Intanto, le forze di sicurezza libiche controllano il traffico nella capitale Tripoli dopo gli scontri a fuoco tra l’influente Brigata 444 e la Forza speciale di dissuasione (Al-Radaa), due delle milizie che si sono contese il potere dopo il rovesciamento di Gheddafi. Secondo l’ultimo bilancio, fornito dal Centro di medicina d’urgenza, più di duecento famiglie sono state evacuate dalle aree in prima linea nella periferia meridionale di Tripoli, insieme a decine di medici e paramedici che erano rimasti intrappolati dai combattimenti mentre si prendevano cura dei feriti.

 

La speranza degli osservatori

 

La speranza degli osservatori è che questo gesto possa tranquillizzare gli animi e riportare un clima di relativa normalità nella parte orientale della capitale, fino a poche ore fa ancora interessata da scontri armati. Il ministero della Sanità libico aveva denunciato che durante gli scontri i residenti erano “intrappolati nelle loro case” ed era “impossibile sfuggire alle violenze”. Il ministero ha quindi esortato le parti in conflitto a permettere alle ambulanze e alle squadre di emergenza di entrare nelle aree colpite, principalmente nel sud della città, e a inviare sangue agli ospedali vicini. 

OPSGroup, un’organizzazione per l’industria dell’aviazione, ha dichiarato che un gran numero di aerei ha lasciato la capitale a causa degli scontri. I voli in arrivo sono stati dirottati verso la vicina città di Misurata. Il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha scritto in un tweet che “il Governo segue con attenzione la situazione a Tripoli”. “Ho parlato con la ministra degli Esteri Najla Elmangoush”, aggiunge Tajani, “la priorità italiana resta la stabilizzazione della Libia, senza violenza né interferenze, e avviare il percorso verso le elezioni democratiche”.

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