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Amara sconfitta per l’Italia, primo round alla Svezia

Un mix di mediocrità e di sfortuna ha costretto l’Italia alla resa nel primo round dei playoff per i Mondiali: un mezzo autogol e un palo hanno negato agli azzurri almeno il pareggio. Niente. Se ne parlerà lunedì a San Siro, ma l’Italia ce la farà a rifilare due gol alla Svezia? Nella prima parte della gara, gli azzurri si son visti poco in fase offensiva, ma hanno saputo chiudere ogni buco e la Svezia ha tirato qualche volta da fuori. Il fatto di dover giocare il ritorno a San Siro, ha indotto Ventura e i suoi a tenere un atteggiamento prudente, è stato un ragionamento sbagliato, anche se i padroni di casa si sono sfiancati invano e non si son visti né gol, né cose eccezionali. Insomma, non pretendevamo che lo spettacolo fosse di prim’ordine, ma quando sono in ballo interessi notevoli, tutto diventa ridotto all’osso. Un po’ meglio gli azzurri, all’inizio della ripresa con Candreva e Parolo che hanno creato qualche occasione. Ma un tiro di Johansson, deviato da De Rossi, ha consegnato un vantaggio prezioso agli svedesi. Si dirà che l’Italia ha pagato per il brutto primo tempo ed in parte è vero. Ma non è stata nemmeno fortunata: Darmian ha colpito un palo da fuori. La Svezia ha saputo giocarsela meglio: che possiamo dire? Il primo passo degli azzurri è stato quindi falso.

Si potrà rimediare lunedì a San Siro, ma è rimasta l’impressione che nelle partite di una certa importanza (Spagna, Francia e ora Svezia) “questa” Nazionale finisce per non convincere, oltre che non fare il risultato. Certo, sappiamo cosa c’è dietro: una generazione di giocatori -intendiamo i “mondiali” del 2006- che si sta piano piano esaurendo e la nuova che stenta a crescere, oltre ai soliti incidenti di percorso (Zaza infortunato dell’ultimo momento). Ora non ci resta che sperare nella magia di San Siro, dove gli azzurri non hanno mai perso. Ma dovranno vincere e convincere, per ribaltare il risultato di Solna. Ventura aveva sostituito Zaza con Belotti; Andersson lo squalificato Lustig con il bolognese Kraft. È stata una “colpevole” partita d’attesa, quella degli azzurri. La Svezia si è buttata avanti con furore agonistico e Berg si è preso subito il giallo per una botta a Bonucci. Poi è stato beccato dal pubblico per tutta la gara. Diciamo che, dopo un colpo di testa di Belotti di poco fuori, è stata la Svezia a fare la partita, ma ha solo tentato qualche tiro da fuori (Toivonen rasoterra da destra fuori e Forsberg alto). L’Italia l’ha tenuta lontana dalla nostra area il più possibile e ha cercato di aprirsi con qualche passaggio filtrante di Verratti (fattosi ammonire stupidamente) e le discese di Candreva. Per esser chiari: nel primo tempo gli azzurri hanno creato poco e hanno solo cercato di limitare il gioco degli svedesi, concedendo poco. Evidentemente, i nostri hanno fatto un calcolo preciso, sul vantaggio che offre il fatto di giocare in casa nel ritorno. Perché quella del primo tempo non è stata certo una partita d’attacco.

La Svezia credeva i poter fare caterve di gol come nel girone di qualificazione, ma si è trovata davanti a una difesa solida e non è passata. Un traversone di Candreva, all’inizio della ripresa, ha messo in difficoltà la difesa svedese. Candreva ha poi costretto Olsen ha una deviazione sulla sua destra. Insomma, un’Italia più determinata. Parolo ha fatto una volata, è entrato in area e Olsen lo ha stoppato. La Svezia ha rinculato. I rudi scandinavi hanno usato le maniere forti talvolta. Chiellini, maltrattato, è stato preso di mira dal pubblico. Sono volate altre gomitate contro gli azzurri e la partita ha rischiato di degenerare. Ma al 17’ un tiro rasoterra di Johansson, deviato da De Rossi, è finito basso alla sinistra di Buffon. Una coltellata. Ventura ha chiamato Eder al posto di Belotti, che non aveva brillato. Darmian al 25’ ha tirato da fuori colpendo il palo alla destra di Olsen. Episodio non certo fortunato. L’Italia si è buttata in avanti ma senza molta lucidità. Si è visto un po’ di tutto, tranne che il gol del pareggio. E così la strada verso la Russia si è fatta molto più in salita.

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