L’ambasciata russa in Italia ha accusato Carlo Calenda di aver mostrato sostegno al nazionalismo ucraino, dopo la pubblicazione su X di un tatuaggio con il tridente simbolo dell’Ucraina. In un comunicato diffuso sui canali ufficiali, l’ambasciata ha sostenuto che il simbolo scelto dal leader di Azione – il tryzub, il tridente che campeggia nello stemma nazionale ucraino – equivarrebbe a una “adesione volontaria” a figure del nazionalismo ucraino del XX secolo come Symon Petljura, Stepan Bandera e Roman Shukhevych, ritenuti da Mosca responsabili di crimini contro diverse comunità etniche. Nel messaggio, corredato da immagini che accostano Calenda al presidente ucraino Volodymyr Zelensky e allo stesso Petljura, la rappresentanza diplomatica accusa il leader di Azione di “non comprendere il significato del simbolo”.
Il post incriminato è stato pubblicato dal politico romano con la frase “E mò ce lo siamo tatuati per la vita” e l’hashtag #slavaukraini (“Gloria all’Ucraina”), espressione divenuta saluto ufficiale delle forze armate ucraine. L’immagine mostra il tatuaggio del tridente sul polso sinistro di Calenda. Il simbolo, oggetto di differenti interpretazioni – da falco stilizzato ad ancora a forma di croce – ha una lunga storia nella tradizione ucraina e negli ultimi anni è diventato un emblema di resistenza nazionale. Tuttavia, Mosca collega l’uso del motto e del tryzub a gruppi collaborazionisti del periodo bellico, attribuendo loro un valore ideologico ostile. Dal canto suo, Calenda non ha replicato pubblicamente alle accuse, limitandosi a mantenere online l’immagine e il messaggio originario.
Il gesto non è isolato. Calenda ha più volte fatto ricorso ai tatuaggi come elemento identitario. Negli anni scorsi ha mostrato un disegno di squalo, realizzato “da ubriaco il giorno prima del matrimonio”, come raccontò nel 2018 alla trasmissione Un giorno da pecora. Sull’altro braccio figura la “A” di Azione, simbolo che lo stesso leader spiegò come “una freccia verso il futuro e il blu dell’Europa”, dopo che in rete qualcuno aveva ironizzato scambiandola per la A degli Avengers. Nel 2021, durante la campagna per il Campidoglio, si parlò anche di una scritta SPQR sull’avambraccio, mai confermata del tutto. Calenda ironizzò dicendo che “forse era una decalcomania”. Il politico aveva infine promesso di tatuarsi le stelline della bandiera europea se Azione non avesse superato il 5 per cento: obiettivo mancato, ma il tatuaggio, a giudicare dagli ultimi post, è stato sostituito dal tridente ucraino.
La polemica sollevata da Mosca tocca un tema più ampio: la gestione dei simboli politici nello spazio pubblico. In un contesto di forte tensione tra Russia e Ucraina, anche gesti personali possono assumere un valore politico internazionale. Il caso Calenda mostra come la comunicazione digitale dei leader possa generare riverberi diplomatici immediati. Per la rappresentanza russa, l’episodio diventa un pretesto per ribadire la narrativa contro il nazionalismo ucraino; per Calenda, un’ulteriore occasione per marcare la propria posizione europeista e filo-ucraina. Al momento non risultano reazioni ufficiali dal governo italiano o da rappresentanti dell’Unione Europea, mentre il leader di Azione non ha annunciato nuovi commenti sul caso.