Amore, famiglia e divorziati: le parole di Francesco

9 aprile 2016

di Sarina Biraghi*

sarina_biraghi_defDa Martin Luther King al ‘Pranzo di Babette’. Citazioni e parole semplici per farsi comprendere da tutti. È un linguaggio
scorrevole e molto chiaro quello usato da Papa Francesco nell’Esortazione Apostolica post sinodale “Amoris Laetitia” per affrontare il nodo etico e culturale del XXI secolo: la famiglia. Sono le conclusioni dei due sinodi dei vescovi di ottobre 2014 e 2015 e non basta dire che il Papa “apre” ad un nuovo concetto di famiglia. Né strappi né chiusure ma l’elaborazione del lavoro dei vescovi, perché il Vangelo resta il pilastro della Chiesa che non è l’”antico” da contrapporre all’attuale modernità, quasi ci fosse in campo una lotta tra progressisti e conservatori, ma il riconoscimento di un cambiamento socio-culturale da affrontare. Amoris Laetitia delude chi pensava ad una rivoluzione su matrimonio e famiglia, soddisfa che si aspettava proprio questo approccio di Bergoglio su matrimonio, famiglia e seconda famiglia dopo il divorzio. Infatti Francesco usa tre parole chiave, accompagnare, discernere e integrare chi vive in situazioni di “irregolarità” quando tocca l’argomento comunione ai divorziati risposati. Per la Chiesa è sempre valido il principio dell’indissolubilità del matrimonio anche se, come Bergoglio aveva già detto “i divorziati e risposati non sono scomunicati, e oggi ribadisce che “nessuno può essere condannato per sempre, perché questa non è la logica del Vangelo.

Leggi anche:
Tentava di appiccare fuoco alla sinagoga, ucciso dalla polizia

Non mi riferisco solo ai divorziati che vivono una nuova unione, ma a tutti, in qualunque situazione si trovino”. Non saranno dunque coppie che vivono sempre nel peccato mortale epperò non è un’apertura sic simpliciter che consentirà ai divorziati di fare la comunione o fare cose ora negate, come padrino, lettore, ministro dell’eucaristia, insegnante di religione, catechista, membro del consiglio pastorale, testimone di nozze, ma un percorso graduale e non uguale per tutti perché “il grado di responsabilità non è uguale in tutti i casi, e possono esistere fattori che limitano la capacità di decisione”. E allora “è possibile soltanto un nuovo incoraggiamento ad un responsabile discernimento personale e pastorale dei casi particolari”. Quindi forse non tutti potranno fare la comunione ma potranno essere più integrati nella vita comunitaria, con buona pace di tanti parroci di stampo conservatore, che di applicare la misericordia proprio non ne vogliono sapere. La coppia non è soltanto amore ma anche sesso e allora nell’Amoris Laetitia la dimensione erotica dell’amore non è considerato un male permesso o un peso da sopportare per il bene della famiglia, ma un “dono di Dio che abbellisce l’incontro tra gli sposi”. Scrive Francesco: “Quando in una coppia di coniugi si coltiva la sessualità è per impedire che si verifichi l’impoverimento di un valore autentico. San Giovanni Paolo II ha respinto l’idea che l’insegnamento della Chiesa porti a una negazione del valore del sesso umano o che semplicemente lo tolleri per la necessità stessa della procreazione. Il bisogno sessuale degli sposi non è oggetto di disprezzo e non si tratta in alcun modo di mettere in questione quel bisogno”.

Leggi anche:
Tentava di appiccare fuoco alla sinagoga, ucciso dalla polizia

Nell’Esortazione post-sinodale s’invitano i pastori ad organizzare corsi di educazione sessuale nelle scuole per insegnare ai ragazzi una corretta visione del corpo, delle emozioni, della sfera affettiva. Si insegna a non banalizzare la sessualità e si mette in guardia dall’espressione “sesso sicuro, perché trasmette un atteggiamento negativo verso la naturale finalità procreativa della sessualità, come se un eventuale figlio fosse un nemico dal quale doversi proteggere. Così si promuove l’aggressività narcisistica invece dell’accoglienza”. Grande attenzione alla modernità ma per le unioni di fatto o tra persone dello stesso sesso nessuna equiparazione al matrimonio: “Nessuna unione precaria o chiusa alla trasmissione della vita ci assicura il futuro della società”. Ma Francesco insiste sottolineando che “è inaccettabile che le Chiese locali subiscano delle pressioni in questa materia e che gli organismi internazionali condizionino gli aiuti finanziari ai Paesi poveri all’introduzione di leggi che istituiscano il ‘matrimonio’ fra persone dello stesso sesso”. E torna poi ad attaccare l’”ideologia gender” e la pratica dell’”utero in affitto”. “La gioia dell’amore” è un ulteriore elemento della Chiesa di Francesco, capace di fare autocritica, guardare alla contemporaneità e al futuro ma senza dimenticare o cambiare le basi dottrinali. E infatti l’Amoris Laetitia” si conclude con l’invito alla Chiesa, alle comunità cristiane, alle famiglie e ai credenti a mettersi in cammino nel nome della misericordia tanto cara a Francesco: “Tutti siamo chiamati a tenere viva la tensione verso qualcosa che va oltre noi stessi e i nostri limiti, e ogni famiglia deve vivere in questo stimolo costante. Camminiamo, famiglie, continuiamo a camminare!”.
*Condirettore Il Tempo

 

Leggi anche:
Tentava di appiccare fuoco alla sinagoga, ucciso dalla polizia
Segui ilfogliettone.it su facebook
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a redazione@ilfogliettone.it


Commenti