E’ stato un protagonista della stagione divisionista nella pittura a cavallo tra Ottocento e Novecento, con una particolare attenzione alle persone che stavano ai margini della società. E oggi, a cento anni dalla morte, la Galleria d’arte moderna di Milano rende omaggio ad Angelo Morbelli con una mostra che cerca di raccontare più aspetti del suo lavoro, oltre i celebri dipinti del Pio Albergo Trivulzio.
“La sua ricerca in ambito tecnico e compositivo – ha detto ad askanews – fu solida, tormentata, ma molto solida, e raggiunse degli esiti molto moderni. Quello che interessa del pittore, quello che interessava a noi riuscita a rappresentare in questa mostra, era anche la sua contemporaneità, ossia la sua capacità di descrivere in modo asciutto, concreto, privo di particolari sentimentalismi, la realtà del momento. E Milano in particolare”.
I luoghi di Milano ritornano nei quadri di Morbelli, con in alcuni casi un chiaro dialogo con la lezione impressionista francese, ma, sotto la patina realista, si sente scorrere una forte inquietudine pittorica. “Io penso – ha aggiunto Paola Zatti – che fu un anticipatore di determinate istanze, sviluppate poi in maniera naturalmente più complessa e significativa dalle avanguardie futuriste”.
Articolata in sei sezioni, la mostra della GAM esplora il lavoro di Angelo Morbelli attraverso le sue tematiche e, proseguendo un percorso che il museo milanese porta avanti da anni, getta una luce più approfondita sull’arte dell’Ottocento e sulle sue conseguenze. In questo caso, come ha sottolineato l’assessore alla Cultura del Comune di Milano Filippo Del Corno, con attenzione anche alla dimensione sociale.
“Una mostra come questa – ci ha detto l’assessore – ci aiuta a capire come, anche in questo periodo, l’Italia abbia prodotto artisti straordinariamente innovatori e di importante qualità. Il taglio critico e curatoriale della mostra, come sempre molto accurato, conduce un po’ il visitatore a ripensare quale è stato il ruolo dell’arte figurativa nella creazione di una diversa coscienza sociale nel nostro Paese”. La mostra della GAM, inserita anche nel palinsesto della Milano Art Week, resta aperta al pubblico fino al 16 giugno.