André-Frank Anguissa
Il Napoli espugna il “Via del Mare” grazie al colpo di testa di Anguissa al 69′ e conquista tre punti d’oro che rilanciano le ambizioni degli azzurri in campionato. La squadra di Antonio Conte soffre, trema sul rigore fallito da Camarda e parato da Milinkovic-Savic, ma alla fine piega un Lecce generoso e combattivo. Al “Gewiss Stadium” il Milan frena ancora: dopo il 2-2 casalingo contro il Pisa, i rossoneri di Allegri non vanno oltre l’1-1 sul campo dell’Atalanta di Juric, con Ricci che illude dopo quattro minuti e Lookman che ristabilisce l’equilibrio.
Al “Via del Mare” la prima frazione vede un Napoli propositivo ma impreciso. Politano e Olivera cercano il varco giusto, ma si stampano sul muro eretto da Falcone, protagonista assoluto tra i pali giallorossi. Il portiere salentino si supera in almeno due circostanze, mantenendo inviolata la porta e tenendo a galla i suoi. Il Lecce non resta a guardare: Berisha prova a scuotere i compagni, mentre Camarda nel recupero del primo tempo spreca una ghiotta occasione da posizione invitante, graziando gli ospiti.
La ripresa si accende al 55′, quando l’arbitro Collu viene richiamato al Var per un tocco di mano di Juan Jesus su colpo di testa di Gaspar. Rigore sacrosanto per i padroni di casa. Dal dischetto si presenta Camarda, ma Milinkovic-Savic intuisce la traiettoria, si tuffa alla sua sinistra e respinge il penalty, salvando il Napoli da un pericolo mortale. È la svolta psicologica della partita.
Scampato il pericolo, gli azzurri trovano il guizzo vincente. Al 69′ Neres pennella una punizione dalla destra, Anguissa si avventa sul pallone e di testa batte Falcone con la complicità di una deviazione decisiva di Gaspar. Il gol sblocca definitivamente una gara che sembrava maledetta per il Napoli. Conte gestisce il vantaggio con saggezza, inserisce Spinazzola, McTominay e Hojlund per dare peso e freschezza alla manovra, e predica calma nei sette minuti di recupero concessi da Collu.
Il Lecce ci prova fino all’ultimo, spinto dall’entusiasmo del pubblico di casa, ma la precisione manca nell’ultimo passaggio. Il Napoli porta a casa una vittoria sofferta ma fondamentale, che vale morale e punti in classifica. I salentini escono tra gli applausi del loro pubblico, ma con il rammarico bruciante di quel rigore fallito che avrebbe potuto riscrivere la storia del match.
Il Milan parte con il piede sull’acceleratore e dopo appena quattro minuti trova il vantaggio con Ricci, fortunato nel vedere la sua conclusione deviata in maniera decisiva da Ederson, che spiazza Carnesecchi. Il gol lampo sembra indirizzare la partita sui binari rossoneri, ma l’Atalanta di Juric non ci sta e alza subito il baricentro. I nerazzurri crescono col passare dei minuti, costruiscono occasioni e mettono in difficoltà la retroguardia di Allegri. Ahanor spreca clamorosamente da pochi passi, ma al 35′ arriva il meritato pareggio: Pasalic inventa con un passaggio illuminante per Lookman, che controlla in area, si libera del marcatore e con un diagonale chirurgico trafigge Maignan. È l’1-1 che fotografa l’equilibrio in campo.
Nella ripresa il copione non cambia. Allegri perde Gimenez per un problema fisico e lo sostituisce con Loftus-Cheek, mentre Juric prova a dare la scossa inserendo Bellanova e Djimsiti. Le occasioni nitide scarseggiano, ma l’intensità resta alta e l’Atalanta si rende più pericolosa. All’85’ Zappacosta sfiora il colpaccio con un sinistro velenoso destinato all’incrocio dei pali, ma Maignan compie un miracolo d’istinto e salva il risultato.
Il triplice fischio sancisce l’1-1, verdetto giusto per quanto visto in campo. Il Milan ha fatto meglio nei primi venti minuti, l’Atalanta ha dominato il resto della partita. Per Allegri è un punto che muove la classifica ma non cancella i dubbi: sono due partite consecutive senza vittoria e la squadra sembra faticare a trovare continuità. Juric, invece, può sorridere: la sua Atalanta è viva, aggressiva e capace di reagire agli episodi negativi, qualità che potrebbero rivelarsi decisive nel prosieguo del campionato.