Editoriale

Antidoping al Quirinale

 

Senza giri di parole: chi è quel dirigente che ha dato disposizioni a un ispettore dell’Iaaf per effettuare dei controlli antidoping  a una atleta italiana che, a sua volta, era impegnata in una manifestazione al Quirinale? Sì, proprio il Quirinale, sede della Presidenza della Repubblica. Una storia che sa dell’incredibile e che dovrebbe far riflettere sul perché si arrivi a un simile comportamento. . Ecco i fatti. Un ispettore dell’Associazione internazionale delle federazioni di atletica, questa mattina – durante la cerimonia di consegna da parte di Sergio Mattarella della bandiera italiana agli atleti olimpici e paraolimpici per i prossimi Giochi di Rio 2016 – si è presentato all’ingresso del palazzo, chiedendo di poter entrare nei giardini del Colle (dove era in corso la manifestazione alla presenza, oltre che del capo dello Stato, dei massimi vertici sportivi nazionali e di rappresentanti del governo) per sottoporre una atleta italiana a controlli antidoping. La singolare iniziativa è stata stoppata dal Quirinale stesso, che ha spiegato che l’ispettore “non aveva titolo ad entrare” nel palazzo. C’è da augurarsi che il zelante ispettore, quanto meno, sia consapevole di ciò che ha fatto. E c’è pure da augurarsi che i vertici dell’Iaaf, in nome dello sport, chiedano scusa a tutti gli italiani. Capo dello Stato ‘in primis’.

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