Blitz della Direzione investigativa antimafia di Messina al Consorzio per le autostrade siciliane, insieme al Centro operativo di Catania. Al termine di una complessa attivita’ investigativa e’ scattata in varie province l’operazione “Tekno”, con l’esecuzione di misure cautelari personali interdittive e reali, emesse dal Gip di Messina, nei confronti di dodici persone tra dirigenti e dipendenti del Cas. Al centro anche una serie di incentivi progettuali, premi di produzione illegittimi, e fondi pubblici ‘dirottati’. Tra le accuse contestate, abuso d’ufficio, truffa e falso. Una cinquantina gli indagati. E’ il frutto di un’indagine molto complessa durata due anni sull’amministrazione interna del Consorzio per le autostrade siciliane, coordinata dal procuratore aggiunto di Messina, Sebastiano Ardita”, ha spiegato il capo centro della Direzione investigativa antimafia di Catania, Renato Panvino, sull’inchiesta sul consorzio autostrade.
“L’operazione – ha aggiunto – e’ scattata in diverse citta’ siciliane dove sono presenti investigatori Dia impegnati nella notifica dei provvedimenti ai dipendenti del Cas, con perquisizioni domiciliari e negli uffici. E’ la prosecuzione dell’operazione gia’ condotta sempre dalla Dia nel 2015 nei confronti di imprenditori e funzionari del Consorzio per le autostrade siciliane che ha fatto luce sull’affidamento degli appalti a ditte compiacenti con modalita’ di corruzione”. Le indagini hanno fatto emergere come gli incentivi progettuali siano stati appannaggio di un circoscritto gruppo di dipendenti, a prescindere dall’effettivo contributo dato nell’ambito di ogni gruppo di lavoro. Una truffa milionaria che ha consentito di lucrare ‘premi’ in busta paga fino a 140.000 euro l’anno. E di volta in volta venivano inseriti, in un numero minore di incentivi, altri dipendenti ai quali veniva fatta riconoscere una quota parte di incentivo progettuale al di la’ delle prestazioni rese effettivamente.
Tra i dirigenti coinvolti Anna Sidoti sindaco di Montagnareale, ma non per la sua attivita’ di primo cittadino: e’ stata sospesa dalle funzioni per sei mesi, insieme ad Antonio Lanteri, Stefano Magnisi, Angelo Puccia, Gaspare Sceusa, Alfonso Schepisi. Con lo stesso provvedimento il Gip Tiziana Leanza ha disposto il sequestro preventivo per equivalente per 1.000.000 di euro anche per Carmelo Cigno, Letterio Frisone, Carmelo Indaimo, Antonino Spitaleri, Antonino Liddino e Corrado Magro. L’indagine e’ una prosecuzione dell’operazione “Tekno” e riguarda gli incentivi da assegnare alle diverse figure professionali. I fatti si riferiscono al 2013 ed i reati contestati sono di peculato e falso in atto pubblico. L’indagine riguarda compessivamente 57 indagati. Si e’ scoperto come in alcuni decreti mancavano alcuni atti ma in altri casi non c’era il decreto che giustificava la somma di denaro. “L’indagine – ha affermato il procuratore aggiunto Sebastiano Ardita – ha come oggetto una serie di appalti finiti al centro di attenzione investigativa. Nell’ambito di queste attivita’ sono state fatte intercettazioni dalle quali e’ emersa la vicenda degli incentivi; gli interlocutori parlavano di quello che era l’andazzo. Da qui parte l’indagine per individuare ruoli e progetti”.
Rosario Faraci, presidente del Consorzio autostrade siciliane, ente regionale travolto dall’operazione della Dia, si dice “profondamente rammaricato per gli sviluppi della vicenda giudiziaria su fatti risalenti al 2012 e 2013” e manifesta, “anche a nome della amministrazione e della Direzione generale, la totale fiducia nell’operato della magistratura”. Dodici i funzionari e i dirigenti per i quali e’ stata disposta la misura cautelare della sospensione. Il Cas, assicura il manager, “procedera’, secondo legge, ad adottare ogni conseguente provvedimento, come per legge, nei confronti dei dipendenti in servizio destinatari delle misure interdittive disposte dal magistrato”. L’attenzione degli investigatori si e’ concentrata sugli incentivi progettuali relativi ai lavori da realizzare, stabiliti dai piani triennali approvati dal Consorzio autostradale e assegnati in base alle varie figure professionali previste. Nell’inchiesta coinvolto anche un sindaco: il provvedimento riguarda la sua professione non la sua attivita’ di primo cittadino.