Politica

Appendino agita il Movimento 5 Stelle: Conte nega le dimissioni della sua vice e chiude il caso

Chiara Appendino e Giuseppe Conte

Tensioni esplodono al vertice del Movimento 5 Stelle: Chiara Appendino minaccia di dimettersi da vicepresidente dopo il flop toscano al 4,34%, accusando le alleanze col Pd di logorare il partito. L’assemblea congiunta di deputati e senatori, tenutasi martedì sera a Roma ha acceso i riflettori su crepe interne che rischiano di minare la leadership di Giuseppe Conte.

L’ex premier smentisce le ventilate dimissioni della Appendino. Ma l’ex sindaca di Torino, da sempre paladina dell’autonomia grillina, ha fatto sentire la sua voce: “Non ci nascondiamo dietro un dito. Il risultato è un disastro politico”. Ha puntato il dito contro il “campo largo” col centrosinistra, inviso all’elettorato radicale che vede nel Pd un nemico storico. “Serve una postura diversa: alleati sì, ma non schiacciati”, ha insistito, ventilando l’addio alla carica per forzare un cambio di rotta. E i numeri parlano chiaro: dopo il 5,1% nelle Marche e il 6,45% in Calabria, il crollo toscano suona come l’allarme rosso.

Vertice in subbuglio: Appendino contro alleanze

Conte spegne l’incendio a margine del Premio Silvestrini: “Nessun annuncio di dimissioni. Non ho ricevuto nulla, e in ogni caso siamo tutti in scadenza col voto sulla mia rielezione”. Il leader liquida la polemica: “Andiamo in coalizione solo su programmi condivisi, meno appiccicati al Pd. È già così”. Francesco Silvestri, deputato pentastellato, getta acqua sul fuoco: “Il suo intervento? Niente di nuovo, solo la sua solita sensibilità”.

L’assemblea, però, ha aperto un fronte ampio. Parlamentari concordano: superate le guerre di correnti, anti e pro-Draghi che spaccarono il partito. “Oggi il dibattito è libero e fluido”, giura un dirigente contiano. Sotto accusa la crisi globale delle sinistre, i comitati territoriali deboli, il flop sulle preferenze – eccetto veterani al terzo mandato. Critica indiretta ad Appendino: “Da soli a Roma e Torino non andò meglio”.

Altro nodo scottante: “Non parliamo più agli astenuti”. Il vero test? Le prossime regionali, con occhio su Roberto Fico in Campania. Voci interne ammettono: il veterano apre a ceti ex-avversari, dalle “fritture di pesce” di De Luca alle clientele locali. Sondaggi nazionali? M5S al 10-13%, “potenziale reale al 15-16%”, assicura un alto esponente. “Panni sporchi in famiglia, tradizione grillina”.

Sardegna blindata: tregua dalla Consulta

Intanto, sollievo per Alessandra Todde, governatore della Sardegna. La Corte Costituzionale ha ribaltato la decadenza imposta dal Collegio elettorale di Cagliari: “Eccesso di poteri, menomazione delle prerogative regionali”, tuona il verdetto. Il Consiglio sardo non poteva eseguirla. Resta il 21 novembre: l’Appello su sentenza civile sfavorevole deciderà il destino della governatrice.

Pubblicato da
Eleonora Fabbri