Arresti e scontri a Hong Kong, il Politecnico resta sotto assedio della polizia

18 novembre 2019

L’assedio della polizia di Hong Kong al PolyU, il Politecnico diventato la roccaforte dei manifestanti, non accenna ad allentarsi. Dopo un braccio di ferro andato avanti per tutta la notte, alcuni manifestanti hanno provato ad uscire dal campus ma la polizia li ha arrestati o ha lanciato lacrimogeni e i proiettili di gomma contro di loro. La polizia ha invitato a piu’ riprese i giovani ad arrendersi e intanto il governatore Carrie Lam appare sempre piu’ defilata: oggi si e’ limitata a visitare l’agente ferito domenica da una freccia al polpaccio e ha invitato esplicitamente i giovani a seguire le indicazioni della polizia. Le autorita’ dell’ex colonia britannica per la prima volta hanno ventilato l’eventualita’ di cancellare le elezioni comunali previste per il fine settimana.

Uno dei tentativi di fuga dei giovani e’ stato ripreso in un drammatico video diffuso dall’emittente Rthk, che mostra i manifestanti correre sopra un ponte pedonale: uno di loro e’ stato arrestato, mentre altri due si sono consegnati alle forze dell’ordine. Ma non sono gli unici: diverse scene di arresti al di fuori del campus sono circolate on line. Del resto, gli arresti si sono susseguiti per tutto il corso della giornata, intervallati dagli appelli della polizia alla resa. “Se abbandoneranno le armi, la polizia non usera’ la forza”, ha assicurato un portavoce. Ma diverse centinaia di giovani continuano l’occupazione (il numero non e’ chiaro): la polizia ha lasciato entrare personale della Croce Rossa per assistere i feriti, ma secondo alcuni rappresentati degli studenti, ci sarebbe anche un problema di carenza di viveri e acqua. Il dramma dell’assedio al PolyU si consuma anche fuori dal campus. Molti genitori, qualcuno assiepato fuori dal campus, hanno implorato l’amministrazione e la polizia di lasciare uscire indenni i loro figli dall’universita’ accerchiata, e venti dirigenti di altre scuole superiori hanno chiesto di potere entrare all’interno del campus per il timore che ci possano essere decine di minorenni all’interno del campus.

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L’escalation della violenza e del caos ha causato, solo oggi, 66 feriti ricoverati negli ospedali di Hong Kong, tra i quali un uomo di 84 anni. Nell’ultimo fine settimana sono state arrestate 154 persone, tra cui 51 persone identificate come giornalisti o personale paramedico, per il sospetto che potessero essere manifestanti. In totale, sono 4.491 le persone arrestate a Hong Kong dall’inizio delle proteste anti-governative, di cui non si vede la fine e che stanno mettendo a durissima prova la pazienza di Pechino. “Nessuno sottovaluti la nostra determinazione a salvaguardare la nostra sovranita’ e la stabilita’ di Hong Kong”, ha dichiarato il portavoce del Ministero degli Esteri di Pechino, Geng Shuang, dopo che gli Usa avevano definito “ingiustificato” l’uso della forza nell’ex colonia britannica. Intanto l’Unione Europea ha parlato di violenza “inaccettabile””. Ma il governo di Pechino non sembra intenzionato a mollare la presa. Da Londra, ha parlato l’ambasciatore in Gran Bretagna, Liu Xiaoming, preannunciando “un futuro estremamente tragico, se questa situazione continua”.

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