Arriva Trump alla Casa Bianca, la Merkel nuova leader del mondo libero?

Arriva Trump alla Casa Bianca, la Merkel nuova leader del mondo libero?
16 novembre 2016

Piuttosto che visitare la Gran Bretagna – tappa naturale per qualunque leader della Casa Bianca, vista la relazione speciale tra i due Paesi – il presidente Barack Obama è arrivato ieri a Berlino per l’ultima visita ufficiale in Europa, in quello che molti considerano il passaggio del testimone alla Merkel. Prima della visita, proprio Obama ha ricordato che la cancelliera tedesca “è probabilmente stato il mio alleato internazionale più stretto in questi ultimi otto anni”. Il non formale messaggio di Merkel a Trump dopo la sua vittoria non è passato inosservato agli osservatori: mentre gli altri leader hanno semplicemente promesso di mantenere stretti rapporti con gli Stati Uniti, la cancelliera li ha collegati ai valori democratici. Ha infatti sottolineato che ogni “stretta cooperazione” deve essere sulla base dei “valori della democrazia, della libertà, del rispetto dello stato di diritto e della dignità umana, a prescindere dall’origine, dal colore della pelle, dalla religione, dall’orientamento sessuale o dal credo politico”. Frasi che hanno indicato che la leader tedesca è destinata ad accettare – forse a malincuore – il mantello del “leader del reale, restando Occidentale e rammentandone a Trump i valori”, ha scritto il quotidiano Die Welt. “E’ più che mai la donna che sta contrastando uomini come il presidente russo Vladimir Putin o il presidente turco Recep Tayyip Erdogan”, ha aggiunto Taz.

Il compagno di partito della cancelliera, Norbert Roettgen, presidente della Commissione Esteri del Bundestag è convinto che la Merkel si candiderà nuovamente alla cancelleria per le politiche dell’autunno 2017. Merkel, 62 anni, non possiede la capacità oratoria di Obama ma la sua voce è sempre più forte nel panorama mondiale. Ha sfruttato il suo fluente russo per mediare con Putin nel conflitto in Ucraina. E quando la maggior parte dei Paesi era impegnata a chiudere le porte ai rifugiati in fuga dalla guerra nei Paesi a maggioranza musulmana, la cancelliera ha lasciato entrare lo scorso anno 900mila persone, decisione che Trump ha bollato come “folle”. Il presidente eletto, che ha promesso di espellere milioni di migranti sprovvisti di documenti dagli Stati Uniti, ha reso le politiche anti-immigrazione un caposaldo della sua campagna elettorale. Pochi, pochissimi si aspettano si lui ad assumere la leadership nel contrastare Putin, visti i suoi sperticati elogi verso l’uomo forte del Cremlino. Se Trump mantenesse poi le promesse di cancellare gli accordi di libero scambio e quelli sul cambiamento climatico e il programma nucleare iraniano, oltre che a riconsiderare la protezione degli alleati Nato che non hanno saldato i propri debiti, potrebbe venir meno il ruolo che gli Stati Uniti hanno sempre avuto dalla fine della Seconda Guerra Mondiale in poi, quello di garanti della pace mondiale. Stefani Weiss, esperta di integrazione europea e politica estera alla Fondazione Bertelsmann, ha indicato che gli Stati Uniti avevano iniziato a ridimensionare il proprio ruolo di “polizia mondiale” e cedere maggiori responsabilità all’Europa con Obama. “Questo è un trend destinato probabilmente a prevalere e che si intensificherà con la presidenza Trump”, ha affermato. Piuttosto che visitare la Gran Bretagna – tappa naturale per qualunque leader della Casa Bianca, vista la relazione speciale tra i due Paesi – il presidente Barack Obama arriva oggi a Berlino per l’ultima visita ufficiale in Europa, in quello che molti considerano il passaggio del testimone alla Merkel. Prima della visita, proprio Obama ha ricordato che la cancelliera tedesca “è probabilmente stato il mio alleato internazionale più stretto in questi ultimi otto anni”.

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Il non formale messaggio di Merkel a Trump dopo la sua vittoria non è passato inosservato agli osservatori: mentre gli altri leader hanno semplicemente promesso di mantenere stretti rapporti con gli Stati Uniti, la cancelliera li ha collegati ai valori democratici. Ha infatti sottolineato che ogni “stretta cooperazione” deve essere sulla base dei “valori della democrazia, della libertà, del rispetto dello stato di diritto e della dignità umana, a prescindere dall’origine, dal colore della pelle, dalla religione, dall’orientamento sessuale o dal credo politico”. Frasi che hanno indicato che la leader tedesca è destinata ad accettare – forse a malincuore – il mantello del “leader del reale, restando Occidentale e rammentandone a Trump i valori”, ha scritto il quotidiano Die Welt. “E’ più che mai la donna che sta contrastando uomini come il presidente russo Vladimir Putin o il presidente turco Recep Tayyip Erdogan”, ha aggiunto Taz. Merkel, 62 anni, non possiede la capacità oratoria di Obama ma la sua voce è sempre più forte nel panorama mondiale. Ha sfruttato il suo fluente russo per mediare con Putin nel conflitto in Ucraina. E quando la maggior parte dei Paesi era impegnata a chiudere le porte ai rifugiati in fuga dalla guerra nei Paesi a maggioranza musulmana, la cancelliera ha lasciato entrare lo scorso anno 900mila persone, decisione che Trump ha bollato come “folle”. Il presidente eletto, che ha promesso di espellere milioni di migranti sprovvisti di documenti dagli Stati Uniti, ha reso le politiche anti-immigrazione un caposaldo della sua campagna elettorale. Pochi, pochissimi si aspettano si lui ad assumere la leadership nel contrastare Putin, visti i suoi sperticati elogi verso l’uomo forte del Cremlino. Se Trump mantenesse poi le promesse di cancellare gli accordi di libero scambio e quelli sul cambiamento climatico e il programma nucleare iraniano, oltre che a riconsiderare la protezione degli alleati Nato che non hanno saldato i propri debiti, potrebbe venir meno il ruolo che gli Stati Uniti hanno sempre avuto dalla fine della Seconda Guerra Mondiale in poi, quello di garanti della pace mondiale.

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Stefani Weiss, esperta di integrazione europea e politica estera alla Fondazione Bertelsmann, ha indicato che gli Stati Uniti avevano iniziato a ridimensionare il proprio ruolo di “polizia mondiale” e cedere maggiori responsabilità all’Europa con Obama. “Questo è un trend destinato probabilmente a prevalere e che si intensificherà con la presidenza Trump”, ha affermato. Resta da vedere come, in modo efficace, Merkel possa spingere la sua agenda sulla scena globale se Trump, leader della principale economia mondiale, adotta politiche contrarie su migrazione, cambiamento climatico e sanzioni contro la Russia. Anche se ha peso economico, l’influenza politica della Germania resta limitata e non è nemmeno membro permanente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Mentre gli Stati Uniti hanno la capacità militare di guidare una coalizione multi-nazionale che lotta contro lo Stato Islamico, la Germania ha partecipato su scala molto inferiore. Merkel è probabilmente adesso il “leader più forte nel mondo liberale, ma non può fare tutto questo da sola”, ha puntualizzato Daniela Schwarzer, direttore di Dgap, un think-tank. Gli osservatori hanno sottolineato che il trionfo di Trump alla Casa Bianca ha reso imperativo per lei annunciare la sua candidatura per un quarto mandato alle elezioni del prossimo anno e offrire all’Occidente un faro di stabilità. E in questo senso è una conferma l’annuncio alla Cnn di Norbert Roettgen, un esponente di spicco della Cdu (Unione Cristiano Democratica). L’elezione di Trump ha inoltre dato a Merkel un rimbalzo di popolarità. Prima di novembre, soltanto due tedeschi su cinque (44 per cento) volevano una conferma della cancelliera, con la rabbia per la politica liberale sui rifugiati in crescita costante. I sondaggi della scorsa settimana danno il gradimento nei suoi confronti al 40 per cento.

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