Assunzione ginecologi non obiettori al S.Camillo, scontro tra medici e politica. La Cei in campo

Assunzione ginecologi non obiettori al S.Camillo, scontro tra medici e politica. La Cei in campo
22 febbraio 2017

Giunge a conclusione fra le polemiche il bando che ha portato all’assunzione a tempo indeterminato all’ospedale San Camillo di Roma, di due ginecologi non obiettori di coscienza. Fortemente voluto dal presidente della regione lazio, Nicola Zingaretti, per assicurare l’aplicazione della legge 194 sull’interruzione volontaria di gravidanza, il bando ha suscitato polemiche sin dal suo nascere. Ed era da subito finito nel mirino dei movimenti pro vita e del Family Day. Non favorevole la stessa Lorenzin, che in audizione in Parlamento aveva chiarito: “non e` possibile reclutare personale sanitario con contratti a tempo indeterminato, ponendo il requisito `non obiettore`: modalita` discriminatoria di reclutamento del personale, atteso che la legge prevede di cambiare idea nel corso della carriera lavorativa”. I medici che andranno in forze al San Camillo saranno impiegati nel reparto che si occupa di interruzioni della gravidanza “nel settore del Day Hospital e Day Surgery per l`applicazione della legge 194” e non potranno diventare obiettori di coscienza neanche una volta assunti, pena l’inadempienza contrattuale e persino il licenziamento.

MEDICI CATTOLICI E oggi a levare gli scudi sono i Medici Cattolici che giudicano “assolutamente intollerabile l`arroganza di politici e coordinatori sanitari e il pressapochismo violento con il quale irrompono nel mondo della salute”. “Il management sanitario e le organizzazioni negative – chiariscono – non possono ottemperare le loro esigenze applicando clausole contrattuali di “coercizione delle coscienze” a tempo indeterminato, tra l`altro minacciando licenziamenti per inadempienze contrattuali e studiando bandi per selezioni blindate. Bandi studiati bene al fine di evitare che i medici una volta assunti possano diventare obiettori di coscienza”. Porre tra i requisiti concorsuali la clausola `non obiettori`, chiaricono, è “distintivo discriminatorio aggiuntivo assolutamente inaccettabile”. “Nella dilagante disoccupazione medica e nella disperazione che affligge il mondo dei giovani medici disoccupati, questa discriminazione appare come una spinta inaccettabile ad appannare le coscienze e ad accettare contratti per bisogno economico di sopravvivenza”.

Leggi anche:
La tomba di Enrico Berlinguer vandalizzata. La figlia: "Un atto vigliacco e ignobile"

LA DIFESA DI ZINGARETTI Chiara la replica del presidente Zingaretti che sottolinea di aver “affrontato il grande tema dell’attuazione vera della 194, nei modi tradizionali, ma visto la condizione che c’era, anche sperimentando forme molto innovative di tutela di una legge dello Stato che altrimenti verrebbe disattesa”. E chiarisce: “Proprio perché abbiamo messo e stiamo mettendo a posto la sanità, abbiamo aperto il capitolo degli investimenti sui consultori, una struttura socio-sanitaria che nei tempi del commissariamento era stata marginalizzata, quindi c’è una strategia di investimenti che tra pochi giorni presenteremo, con nuove assunzioni, investimenti per le ristrutturazioni, politiche di prevenzioni”, sottolineando come sia importante “garantire alle donne un diritto sancito dalla legge”.

LA CEI IN CAMPO E secondo i Radicali Italiani Riccardo Magi e Antonella Soldo, “Il concorso riservato a soli medici non obiettori indetto dall’ospedale San Camillo è una misura non solo necessaria, ma ormai indispensabile. Nel quadro complessivo, che vede 7 ginecologi su 10 fare obiezione di coscienza, l’applicazione della legge 194 è infatti a rischio in buona parte del paese. Ci sono regioni, come il Molise, dove i medici non obiettori sono soltanto 2, e il carico di interruzioni volontarie di gravidanza per ognuno è di 4,7 a settimana”. “Ecco perché i bandi come quello del San Camillo andrebbero estesi a tutte le regioni – spiegano -, affinché nei reparti di ginecologia vi sia almeno di 50 per cento di personale non obiettore, come noi Radicali chiediamo da tempo. La tutela dell’obiezione di coscienza prevista dalla 194, infatti, non può confliggere con il diritto ad accedere all’interruzione volontaria di gravidanza, sancito dalla stessa legge. Le Regioni, infatti, devono garantire piena applicazione della legge e il Ministero della Salute vigilare affinché ciò accada in tutta Italia: entrambi i compiti però risultano troppo spesso disattesi, a scapito dei diritti delle donne e del personale sanitario”. Anche la Cei in campo. Secondo, don Carmine Arice, direttore dell’ufficio nazionale per la pastorale della salute della Conferenza episcopale italiana, la decisione dell’ospedale San Camillo-Forlanini di Roma di assumere medici non obiettori rischia di snaturare la legge 194, fatta per prevenire l’aborto e non per indurlo. In sostanza, va garantito il diritto all’obiezione di coscienza, ha detto l’esponente della Cei, a quanto confermato dal portavoce dei vescovi italiani, e non adottare pratiche discriminatorie. Il timore di don Arice è che questo passo possa indurre altre strutture sanitarie a fare altrettanto.

Leggi anche:
Abbandonata muore bimba di 16 mesi, Alessia Pifferi condannata all'ergastolo
Segui ilfogliettone.it su facebook
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a redazione@ilfogliettone.it


Commenti