Atac e nomine al comune, Raggi ancora nei guai. Casi legali a dopo weekend

Atac e nomine al comune, Raggi ancora nei guai. Casi legali a dopo weekend
14 gennaio 2017

Come d’abitudine per la Giunta Raggi si chiude in salita e si annuncia sui tornanti la settimana al timone della Capitale. Slitta, infatti, tra lunedì 16 e mercoledì 18 gennaio, il pronunciamento del Tribunale civile di Roma, riunitosi in camera di consiglio da ieri, sul ricorso dell’avvocato romano iscritto al Pd che chiede l’annullamento del “contratto” che vincola con una pena pecuniaria da 150mila euro la sindaca di Roma Virginia Raggi alla fedeltà al M5S, rendendola a giudizio del ricorrente ineleggibile. E anche sul versante della possibile convocazione in Procura della sindaca per la prima tornata di nomine della sua Giunta, tutto si rinvia alla prossima settimana. Mentre il Campidoglio riapre il tavolo tecnico di confronto sulla prevenzione della corruzione e la trasparenza con l’Autorità nazionale Anticorruzione, si apre un nuovo filone di polemiche sulle nuove nomine della Giunta Raggi. Questa volta in questione c’è la chiamata dell’architetto Andrea Tardito, attivista M5S, dalla partecipata Aequa Roma allo staff dell’assessore al Bilancio Andrea Mazzillo al doppio dello stipendio precedente come era stato per l’ex capo segreteria di Raggi Salvatore Romeo.

ATAC L’assessore Mazzillo, peraltro, ha già il suo daffare nell’elaborare il maxi-emendamento al bilancio previsionale 2017 e il nuovo Documento unico di programmazione che dovevano entrare ieri in Giunta capitolina. Saranno, invece, esaminati tra lunedì 16 e martedì 17 gennaio in Giunta per approdare in Aula Giulio Cesare, secondo i piani del M5S, il 23 gennaio dopo aver superato, auspicabilmente con successo questa volta, l’esame dei revisori dell’Oref.  Sul versante delle partecipate è bufera per il Campidoglio in casa Atac: l’amministratore unico Manuel Fantasia chiude un accordo a sanare vecchi premi non erogati con la sua dirigenza da circa 2 milioni di euro, e giustifica l’azione come un modo per evitare contenziosi e difendere i diritti di tutti i lavoratori dell’Atac. Copertura piena a questa lettura arriva dall’assessora alla Mobilità Linda Meleo che definisce l’operazione un modo per arrivare a “conti in ordine e massima trasparenza”. Ma la Giunta cade vittima del “fuoco amico” dell’Usb, sindacato vicino al M5S, che definisce l’accordo “vergognoso” perché “dà premi ai dirigenti senza chiari obiettivi da raggiungere e dà stipendi da fame ai lavoratori che portano avanti la baracca con stipendi da fame”. Stessa musica dalla Cgil, che aggiunge che “in queste condizioni Atac non potrà partecipare alle gare pubbliche per la gestione del servizio che si terranno nel 2019”.

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REDDITO CITTADINANZA La capogruppo del Pd Michela De Biase chiede che sindaca e assessori competenti riferiscano in aula. L’ex assessore ai Trasporti e senatore del Pd Stefano Esposito attacca Raggi frontalmente definendola “una macchietta”, le scelte fatte dall’amministratore “la cambiale elettorale per i voti ottenuti” firmata “dalla Raggi e dalla Meleo e da chi firma questa porcheria, quindi Fantasia”. Il ricorso alla Commissione capitolina Trasparenza lo annuncia, invece, il capogruppo di Fdi-An Fabrizio Ghera: “Solo con i grillini alla guida della Capitale può accadere che in Atac, dove vengono tagliate le corse in periferia e non si pagano i fornitori, anziché occuparsi di rilanciare l’azienda e i servizi il sindaco e la sua giunta si preoccupano di dare più soldi ai dirigenti”. La stessa sindaca, però, contribuisce a accendere ulteriori polemiche, questa volta con il Governo. L’occasione la porge la morte per freddo di una donna povera dentro una roulotte, e la cornice è il lancio con l’assessora al sociale Laura Baldassarre in Campidoglio di un percorso partecipato, con incontri in tutti i Municipi, verso un nuovo Piano sociale cittadino. “Provoca tristezza constatare che i Comuni sono la prima frontiera per l’aiuto ai cittadini ma non siamo messi nelle condizioni di farlo”, spiega Raggi che chiede al Governo Gentiloni di “sbloccare il reddito di cittadinanza1.

PD CONTRO RAGGI “In neanche 24 ore ha caricato oltre 24 miliardi di euro di debiti sulle spalle dei cittadini per salvare una banca – critica Raggi riferendosi al bailout di Montepaschi – mentre in anni non ha approvato il reddito di cittadinanza del M5S, finanziato con 17 miliardi già coperti”. “Il nostro impegno è tanto – sottolinea Raggi – ma se il Governo non ci aiuta servirà a poco”. Aspra la reazione nel Pd capitolino: “Strumentalizzare la tragica fine di una clochard per criticare le politiche sociali del Governo è rozzo sciacallaggio – attacca il consigliere Pd Giulio Pelonzi -. La Sindaca, ci dica come intende approntare una efficace politica sociale nella capitale a partire dalla prossima sessione di bilancio”. “Raggi sappia che quando vogliono i M5S possono appoggiare la nostra proposta di reddito di inclusione ora in Parlamento. E comunque nulla vieta a Raggi di far approvare a Roma un reddito di cittadinanza come già avvenuto in altre città”, gli fa eco il deputato del Pd Edoardo Patriarca, ex presidente degli Scout dell’Agesci e successivamente del Forum del Terzo settore italiano. E il menu delle polemiche quotidiane è servito.

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