Atreju apre i cancelli: destra in festa tra politica, provocazioni e ospiti internazionali

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L’edizione 2025 di Atreju si apre con il taglio del nastro di Giovanni Donzelli e riporta la destra italiana nei giardini di Castel Sant’Angelo per una quattro giorni fitta di confronti politici, provocazioni simboliche e ospiti di primo piano. Dai vertici di FdI alle polemiche sul mancato confronto Meloni-Schlein, fino al ritorno del dibattito sul femminismo, la kermesse lancia un messaggio chiaro: identità, sfida culturale e orgoglio di partito.

La cerimonia d’apertura

L’avvio ufficiale porta la firma di Giovanni Donzelli, responsabile nazionale dell’Organizzazione di Fratelli d’Italia, affiancato dai big del partito. Presenti il capogruppo al Senato Lucio Malan, quello della Camera Galeazzo Bignami, il vicepresidente di Montecitorio Fabio Rampelli, Arianna Meloni, il ministro Adolfo Urso e la ministra Eugenia Roccella. Un parterre che conferma la centralità dell’evento per la maggioranza e ribadisce la coesione interna attorno alla leadership di Giorgia Meloni.

Il “Bullometro”, la provocazione di FdI

Tra le attrazioni più discusse spicca il “Bullometro”: un murale di venti metri che raccoglie insulti, frecciate e dichiarazioni ostili provenienti dal mondo della sinistra. Una sorta di “pagellone dell’odio” in cui, tra ironia e denuncia, FdI punta il dito contro quella che considera una sistematica aggressione verbale nei confronti del governo. Nel mirino finiscono la relatrice Onu Francesca Albanese, accusata dagli organizzatori di trasformare un monito in una minaccia, e il segretario della Cgil Maurizio Landini, che con il suo “Meloni è una cortigiana” conquista punteggi celati tra sarcasmo e indignazione. Non manca Maria Elena Boschi, criticata per la frase “c’è un posto speciale all’inferno per le donne che non aiutano le donne”.

Il dibattito sul femminismo

Il confronto sulle dinamiche interne alla sinistra si accende con Anna Paola Concia, ex deputata Pd, che presenta il suo libro insieme a Barbara Saltamartini. Concia, forte della sua lunga militanza nel Partito democratico, riconosce che l’ascesa di Giorgia Meloni ha costretto la sinistra a rivedere il proprio rapporto con la leadership femminile. “Schlein è tosta”, osserva, ma aggiunge che nel Pd permane un’irrisolta competizione interna. Saltamartini rivendica invece l’approccio delle donne di destra: nessuna richiesta di quote, ma una conquista dei ruoli sul campo.

Lo scontro politico su Roma e le tasse

Sul palco arriva anche il tema del debito capitolino. Federico Mollicone insiste: l’eliminazione dell’addizionale Irpef dello 0,9% ora è possibile e il Campidoglio deve “smettere con la propaganda” per restituire ossigeno fiscale ai cittadini. Un messaggio diretto al sindaco Roberto Gualtieri, presente ad Atreju, che prende posizione sul mancato confronto Schlein-Meloni, difendendo la leader Pd ma senza allentare la tensione politica.

La kermesse prosegue

Tra ironia e stoccate, Atreju riparte anche sul fronte mediatico: graffia lo slogan “Elly? Chi l’ha vista”, lanciato dai conduttori della radio dei gruppi parlamentari FdI. Il programma è fitto: incontri, dibattiti, ospiti internazionali. Domani è atteso Rom Braslavcki, israeliano rapito il 7 ottobre e rimasto prigioniero di Hamas per 738 giorni, che sarà intervistato da Maurizio Molinari.

Insomma, nove giorni di politica con i dibattiti sui temi d’attualità ma anche un villaggio di Natale formato famiglia. Mercatini, volontariato e un’area ludica per bambini. Ospiti internazionali come il Presidente dell’Anp Abu Mazen ma ci saranno anche esponenti di governo e anche tutti i partiti di opposizione. E poi spettacolo e sport, con la partecipazione, fra gli altri, di Carlo Conti, Mara Venier, Ezio Greggio, Raoul Bova. La chiusura, come da tradizione, sarà domenica 14 con l’intervento di Giorgia Meloni.