Austria e Ungheria frenano sull’adesione Ucraina all’Ue

Austria e Ungheria frenano sull’adesione Ucraina all’Ue
13 dicembre 2023

Le recenti dichiarazioni del cancelliere austriaco Karl Nehammer hanno gettato dubbi sull’eventuale adesione dell’Ucraina all’Unione Europea. Secondo i resoconti ufficiali della Commissione per gli affari europei della Camera bassa del Parlamento austriaco, Nehammer ha espresso una forte opposizione all’avvio dei negoziati per l’adesione dell’Ucraina all’UE nelle attuali circostanze. Le sue affermazioni hanno chiaramente indicato che l’Austria non accetterà i negoziati di adesione dell’Ucraina nelle attuali condizioni, sollevando interrogativi sulla preparazione dell’Ucraina rispetto ad altri potenziali candidati e evidenziando una mancanza di consenso tra i leader dei paesi membri. Secondo il capo del governo di Vienna non si dovrebbe privilegiare l’Ucraina rispetto alla Bosnia-Erzegovina, che sta negoziando la sua adesione al blocco comunitario.

Allo stesso modo, Nehammer ha ricordato che la Commissione europea non ha consultato i leader dei paesi membri sui possibili negoziati per l’adesione di Kiev all’Ue. Le dichiarazioni di Nehammer hanno generato una eco tra gli stati membri. Il ministro degli Esteri ungherese, Peter Szijjarto, ha sollevato critiche sull’accelerazione dell’adesione dell’Ucraina a discapito dei paesi balcanici. Ha sostenuto che l’inizio dei negoziati sarebbe irresponsabile, evidenziando le carenze di preparazione sia dell’UE che dell’Ucraina per un negoziato strutturato e reciprocamente vantaggioso. “Avviare il negoziato di adesione con l’Ucraina sarebbe irresponsabile, perché la Commissione non si è preparata adeguatamente: né l’Ue né l’Ucraina sono pronte per un avvio dei negoziati che sia ben strutturato e di beneficio reciproco. I Paesi balcanici invece attendono da molti anni e sono ben preparati”, ha concluso.

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Sondaggio divide l’Europa

 

Questa discussione sui tempi e sulle priorità dell’UE nell’adesione dell’Ucraina rispetto ad altri potenziali candidati ha sollevato domande sull’equità e sulla strategia complessiva dell’Unione Europea riguardo all’allargamento del blocco comunitario. Il vicepremier e ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha sottolineato che i primi Paesi ad avvicinarsi all’UE saranno quelli dell’area dei Balcani, ritenendo che rappresentino un’opportunità importante per l’agroindustria italiana, favorendo l’export di prodotti italiani in quella regione. Tajani ha evidenziato il potenziale commerciale per l’Italia e la qualità del Made in Italy nel contesto di un possibile allargamento verso i Balcani, sottolineando la necessità di una strategia coerente e bilanciata per l’adesione di nuovi paesi all’UE. Mentre ha scandito che “l’Ucraina deve ancora cominciare la negoziazione, i tempi non saranno brevi. Bisogna lavorare e aiutare questo Paese, ma i tempi saranno quelli necessari”.

Il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, dal canto suo, ha ribadito l’impegno del suo paese nel completare i requisiti richiesti dalla Commissione europea per l’avvio dei negoziati di adesione. Ha esortato l’UE a rispettare gli impegni presi, mettendo in guardia sul potenziale impatto negativo per entrambe le parti in caso di mancato avvio dei negoziati. L’attuale impasse sull’adesione dell’Ucraina all’UE ha sollevato alcune criticità sulla coesione e sulle priorità dell’Unione Europea. Le divergenze di opinione tra gli stati membri e l’opinione pubblica evidenziano la necessità di una valutazione approfondita delle implicazioni politiche, economiche e di sicurezza di qualsiasi espansione futura dell’Unione Europea. 

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Eloquente un sondaggio condotto da YouGov e Datapraxis per conto dell’European Council on Foreign Relations. Circa il 40% degli abitanti di sei paesi europei (Germania, Austria, Danimarca, Francia, Polonia e Romania)  si oppone all’ammissione di nuovi membri, con timori di problemi economici e di sicurezza legati all’Ucraina. Il 45% dei partecipanti al sondaggio ritiene che l’adesione dell’Ucraina potrebbe avere conseguenze negative sulla sicurezza dell’UE, mentre il 39% teme impatti sulla sicurezza del proprio paese. Austria e Germania mostrano maggiore resistenza all’ingresso dell’Ucraina, con il 52% e il 39% di opposizione, rispettivamente. Al contrario, Danimarca (50%) e Polonia (47%) esprimono maggiore sostegno.

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