Baglioni incanta il Senato: standing ovation per il concerto di Natale
Claudio Baglioni e Ignazio La Russa (foto instagram.com/senatoitaliano)
Palazzo Madama in piedi per Claudio Baglioni. Il cantautore romano ha emozionato senatori e ospiti con tre dei suoi brani più celebri durante il tradizionale concerto di Natale, alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Un evento che ha celebrato anche i 2500 anni dalla fondazione di Napoli, con l’orchestra e il coro del Teatro San Carlo protagonisti dell’esibizione nell’emiciclo.
“Volevo trovare le parole giuste per ringraziare, ma per dire grazie c’è solo grazie”, esordisce Baglioni prendendo la parola tra un’esibizione e l’altra. Il privilegio di cantare in quella “magnifica aula che contiene idealmente tutti gli italiani”, come la definisce lui stesso, si trasforma in un momento di commozione condivisa. Strada facendo, Avrai e La vita è adesso: tre brani cult che l’artista ha scelto per l’occasione, accompagnato dall’orchestra e dal coro del San Carlo di Napoli. Dai banchi i parlamentari canticchiano, applaudono, qualcuno riprende con il cellulare. L’aula è in overbooking.
L’assenza annunciata e la battuta di La Russa
“Quella sua maglietta fina non la canterà”, chiarisce subito Ignazio La Russa agli ospiti prima dell’inizio. Il presidente del Senato spazza via ogni attesa sul celebre brano: “Ma ce l’abbiamo tutti in testa perché fa parte della nostra storia, del nostro modo di sentirci italiani”. Niente canti natalizi tradizionali, dunque, e nemmeno Questo piccolo grande amore. La scelta ricade sui tre classici che hanno segnato generazioni di italiani.
Accanto a Mattarella siedono lo stesso La Russa e il presidente della Camera Lorenzo Fontana. In platea anche il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi e il sovrintendente del Teatro San Carlo Fulvio Macciardi. Proprio Napoli è al centro della serata: il concerto celebra i 2500 anni dalla fondazione della città partenopea. Per questo, oltre alle canzoni di Baglioni, risuonano le note di Verdi, Rossini e Sant’Alfonso Maria De’ Liguori.
La martinella e l’appello per la pace
Al termine dell’esibizione, Baglioni riceve dalle mani di La Russa la martinella, la campanella simbolo del Senato utilizzata per richiamare all’ordine i parlamentari. “La puoi usare per mettere ordine nella musica italiana”, scherza il presidente consegnando il riconoscimento al cantante. Lo stesso onore va anche a Macciardi. Nel suo discorso di apertura, La Russa non dimentica il contesto internazionale difficile.
“La pace è ogni giorno di più un bene prezioso da conquistare”, afferma rivolgendo un pensiero ai “tanti cristiani perseguitati nel mondo” e a chi soffre: “Malati, carcerati, persone vittime del lavoro e anche ai soldati e alle forze dell’ordine che ogni giorno fanno qualcosa che mette a rischio la loro incolumità per la nostra sicurezza”. Un passaggio poi sulle famiglie, definite “eroi quotidiani che sono il fondamento della nostra comunità”. Sulla guerra, La Russa si dice speranzoso: “Una speranza di pace concreta, oltre che in Medioriente, sembra profilarsi in Ucraina e noi ce lo auguriamo nel modo più profondo e possibile. Sperando che sia una pace vera e giusta”.
Il sogno di portare Celentano e Zucchero
Al termine, tutti nella sala Garibaldi per il brindisi. Tra buffet e champagne, Baglioni non si sottrae a selfie con i fan della prima ora. C’è anche Claudio Lotito, senatore di Forza Italia e patron della Lazio, in fila per complimentarsi. “Ma non lo so cosa tifa”, assicura il presidente, “siamo amici da tanti anni ma non gliel’ho mai chiesto”.
Ai cronisti La Russa confessa la sua soddisfazione: “Con Baglioni è andata bene”. E svela i retroscena sulla scelta dell’ospite. “Era uno dei tre nomi che desideravo. Mi sarebbe piaciuto avere anche Adriano Celentano ma mi hanno detto che è impossibile”. Il terzo nome? Zucchero. “È il mio preferito, anche se è di sinistra. Spero di portarlo qui”. Ricorda un incontro casuale durante una vacanza: “Ci siamo conosciuti tanti anni fa. Eravamo nella stessa località per sette giorni”. E scherza: “Venne fuori che il suo staff era tutto di destra”.
La sfida per il prossimo anno
Gli piacerebbe, insomma, riuscire a fare varcare anche a Fornaciari il portone di Palazzo Madama. Chissà se il prossimo anno la voce roca dell’autore di Overdose d’amore risuonerà nell’emiciclo. Per ora, il Senato si gode l’eco delle note di Baglioni e l’atmosfera natalizia che ha pervaso l’aula. Un momento di condivisione e bellezza in un periodo segnato da tensioni internazionali e preoccupazioni. La musica, ancora una volta, unisce al di là delle divisioni politiche.
