Politica

Bannon, l’anima nera che ha deciso il blocco Usa dei rifugiati. L’Onu attacca Trump: il bando è “illegale e meschino”

Nei dieci giorni dall’inaugurazione del 45esimo presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, Stephen Bannon – l’ex capo di Breitbart News, sito d’informazione della destra nazionalista – ha rapidamente conquistato un potere e un’influenza alla Casa Bianca tali già da eclissare Reince Priebus, il capo di gabinetto, e secondi solo, forse, a quelli del genero Jared Kushner. Oltre ad aver indirizzato le prime scelte di Trump, a Bannon è stato garantito, con un ordine esecutivo del presidente, un posto fisso nel Consiglio di sicurezza nazionale – generalmente assicurato ai generali – degradando il ruolo del direttore dell’intelligence nazionale e del capo dello stato maggiore congiunto. Bannon, insieme al consigliere presidenziale Stephen Miller, ha posto le base ideologiche e politiche per l’ascesa di Trump, prima ancora che il miliardario di New York si candidasse. Sessantatré anni, ex ufficiale della Marina, manager di Goldman Sachs e producer di Hollywood, con Breitbart ha ricoperto un ruolo fondamentale nel promuovere l’idea che i parlamentari repubblicani avessero tradito i lavoratori americani su questioni come l’immigrazione e il commercio, temi che hanno contribuito alla vittoria di Trump a novembre.

L’OBAMACARE Secondo persone vicine alla Casa Bianca, sentite da Politico, Bannon e Miller sarebbero i responsabili del piano d’azione di Trump e avrebbero scritto gli ordini esecutivi e i memoranda presidenziali poi firmati dal presidente, decidendo anche quando farglieli firmare. Il piano ha finora prodotto una serie di azioni esecutive per indebolire l’Obamacare, costruire il muro con il Messico, rafforzare i controlli al confine e sospendere l’ingresso dei rifugiati e di tutti i cittadini provenienti da sette Paesi islamici, sollevando l’indignazione di parte dell’America e del mondo intero. “Sta dicendo a Trump che può fare tutto quello che ha detto che avrebbe fatto in campagna elettorale” ha commentato una fonte di Politico, vicina all’amministrazione statunitense. Questo avrebbe permesso a Bannon di conquistare i favori del presidente, facendosi apprezzare anche dal genero, Jared Kushner. Bannon, che Trump non considera come un dipendente, ma come una persona al suo livello – secondo le fonti di Politico – si è messo al fianco del presidente nella lotta all’establishment di Washington, compreso il partito repubblicano. “Ha una grande comprensione del pubblico americano e del perché Trump ha vinto, e dice a Trump di cosa si preoccupa la gente e quello per cui è molto arrabbiata” ha detto l’ex sindaco di New York, Rudy Giuliani, secondo cui “Trump generalmente è d’accordo con lui”.

ONU BOCCIA TRUMP L’ascesa di Bannon ha fatto crescere le preoccupazioni dei critici di Trump, visto che Breitbart è il megafono della destra nazionalista e razzista. Con Miller, Bannon ha scritto anche il discorso inaugurale del presidente, spingendo poi Trump a mantenere un atteggiamento duro, soprattutto nei confronti dei media, considerati un “partito d’opposizione”. Intanto, una stoccata a Trump arriva dall’Alto Commissario del Consiglio per i Diritti umani dell’Onu, Zeid al-Hussein, secondo il quale, il divieto di ingresso deciso dal presidente degli Stati Uniti, nei confronti dei cittadini di sette Paesi islamici è “illegale e meschino”. “La discriminazione sulla sola base della nazionalità è proibita dalle leggi umanitarie”, ricorda al-Hussein in un messaggio diffuso su Twitter, aggiungendo che “il divieto statunitense è inoltre meschino e spreca delle risorse necessarie per un’adeguata lotta al terrorismo”. Le agenzie dell’Onu più direttamente impegnate con le migrazioni, l’Unhcr e l’Iom, hanno diffuso un comunicato congiunto in cui l’ordine esecutivo non è stato menzionato, e nel quale si invitano gli Stati Uniti a “continuare nella sua forte leadership e lunga tradizione di proteggere coloro che fuggono dai conflitti e dalle persecuzioni”.

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