Bari, armistizio Laforgia-Leccese: uniti al ballottaggio

Bari, armistizio Laforgia-Leccese: uniti al ballottaggio
Michele Emiliano e Giuseppe Conte
17 aprile 2024

Nel centrosinistra barese arriva il momento dell’armistizio fra i due candidati sindaci rivali, il “civico” di sinistra Michele Laforgia, sostenuto finora da Sinistra italiana, gran parte dei socialisti locali e dal Movimento 5 stelle, e Vito Leccese, capo di gabinetto del sindaco uscente Antonio Decaro, candidato del Pd, dei Verdi e di altre realtà civiche. Dopo la rottura a pochi giorni dalle primarie, il faccia a faccia odierno fra i due produce una nota congiunta e la reciproca promessa di sostenere l’altro in un eventuale ballottaggio dopo il voto dell’8 e 9 giugno per le amministrative. “Il dialogo fra noi non si è mai interrotto”, scrivono Laforgia e Leccese, che rivendicano di aver “entrambi” lavorato per unire e non dividere: in questo reciproco riconoscimento, che contraddice un po’ i toni e i contenuti delle polemiche delle ultime due settimane, c’è il tentativo vero di armistizio, e forse anche quello di rifiutare di farsi carico da soli della responsabilità del fallimento del “campo largo” in salsa barese, come se i partiti che li appoggiano non avessero avuto tempo e modo di trovare una soluzione unitaria.

“Vogliamo ribadire con forza – scrivono ancora i due candidati – che siamo entrambi dalla stessa parte, alternativa a una destra arrogante, priva di argomenti, retrograda in materia di diritti, giustizia sociale e ambientale. Una destra a trazione leghista (riferimento al candidato del centrodestra, il consigliere regionale della Lega Fabio Romito, ndr), che con lo scellerato progetto di autonomia differenziata mortifica i territori e le comunità del sud del nostro Paese”. “Da parte mia sento la responsabilità di guidare un gruppo di forze politiche progressiste, ambientaliste e civiche che intendono accompagnare la città di Bari verso mete ancora più ambiziose, verso una città più verde, più sostenibile e più equa”, sottolinea Leccese in un post su Facebook, promettendo per il futuro di “tornare a lavorare insieme sulla città, così come ci siamo impegnati a fare io e Michele”.

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Interpellato telefonicamente sull’esito dell’incontro, Laforgia, ribadisce che “se un candidato soddisfacente per una soluzione unitaria per tutti non si è trovato in nove mesi, un motivo ci sarà. Ora è il momento di concentrarsi sui veri avversari che sono le destre, e soprattutto – osserva il penalista pugliese in quello che sembra un messaggio anche a qualcuno dei suoi sostenitori della prima ora – di smettere di drammatizzare il fatto che ci siano due candidature nel nostro campo. Tra l’altro, questo consentirà probabilmente al primo turno di coinvolgere un campo più largo di elettori, visto che nel corso del confronto di questi mesi si sono manifestate sia le esigenze di valorizzazione della giunta uscente sia quelle, che non potevano essere messe da parte, di innovazione rispetto a una esperienza cittadina e regionale che con Emiliano, Vendola e Decaro è durata vent’anni”.

Il più soddisfatto della giornata sembra il leader M5S Giuseppe Conte: “Noi – commenta – abbiamo sempre lavorato per mantenere una unità ovviamente su obiettivi condivisi e presupposti di legalità e rinnovamento. Questa proposta dei candidati la conoscevamo e quindi la appoggiamo”. La palla, comunque, è ora nel campo dei partiti e dei rispettivi comitati elettorali: un alto dirigente del Pd giura che “Leccese al primo turno vale il 40 per cento” anche grazie al sostegno della componente civica della coalizione. Ma sono proprio alcune delle aree civiche coinvolte nelle maggioranze di Decaro ed Emiliano ad essere state maggiormente investite dalle inchieste giudiziarie per mafia, voto di scambio e corruzione che hanno accelerato la divaricazione nel “campo largo” pugliese: la loro tenuta elettorale in realtà rimane tutta da verificare.

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Come da verificare rimane la composizione delle alleanze: non è un segreto che Sinistra italiana non gradisca iniziative che la allontanino troppo dal rapporto di collaborazione con il Pd e che non abbia gradito lo stop in extremis alle primarie di Bari. Nichi Vendola e Nicola Fratoianni, rispettivamente presidente e segretario del partito, si sono spesi molto per la soluzione unitaria del “terzo uomo”, individuato nell’ex magistrato ed ex parlamentare Pds Nicola Colaianni, ipotesi anch’essa però naufragata nel giro di poche ore. Fratoianni, che ha confermato la lista comune con i Verdi di Angelo Bonelli alle europee, rischia l’imbarazzo, se manterrà il sostegno a Laforgia, di trovarsi con una lista contrapposta a quella del suo partner che sostiene Leccese. Bonelli del resto ad askanews ribadisce la sua posizione: “Sarebbe un errore non fare la lista di Alleanza Verdi Sinistra a Bari: io la auspico. Vito Leccese ha tenuto costantemente un atteggiamento responsabile e di apertura all’unità della coalizione, penso che vada premiato”.

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