Bbc nella bufera: si dimettono i vertici della tv britannica dopo il caso Trump
Un memo interno rivela montaggi impropri in un documentario sul presidente Usa. La ministra Lisa Nandy parla di “crisi di fiducia” e sollecita piena trasparenza.
La Bbc nella bufera: il direttore generale Tim Davie e l’amministratrice delegata di Bbc News Deborah Turness si sono dimessi dopo le accuse di manipolazione in un documentario su Donald Trump.
“I vertici della Bbc, incluso Tim Davie, il capo, si sono dimessi/licenziati perché sono stati sorpresi a ‘manipolare’ il mio ottimo (perfetto!) discorso del 6 gennaio. Grazie al Telegraph per aver smascherato questi ‘giornalisti’ corrotti – ha scritto Donald Trump su Truth -. Sono persone molto disoneste che hanno cercato di mettere a repentaglio le elezioni presidenziali. Oltre a tutto, provengono da un Paese straniero, che molti considerano il nostro alleato numero uno. Che cosa terribile per la democrazia”, ha aggiunto.
Scandalo “Panorama”, la crisi travolge l’emittente
Le dimissioni ai vertici segnano un punto di svolta per l’emittente pubblica britannica, al centro di forti critiche dopo la diffusione di un memo interno, rivelato dal Telegraph, che denunciava irregolarità nel montaggio di “Trump: A Second Chance?”, episodio della storica trasmissione Panorama. Il documentario, prodotto dalla società indipendente October Films e trasmesso lo scorso anno, avrebbe unito due parti separate di un discorso dell’allora presidente statunitense, dando l’impressione che incitasse direttamente all’assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021.
Secondo il documento, redatto dall’ex consigliere editoriale Michael Prescott – dimessosi a giugno – “le pratiche di editing adottate non rispettano i principi di accuratezza e contesto” fissati dalle linee guida interne. La pubblicazione del memo ha innescato una crisi reputazionale senza precedenti per la Bbc, aprendo un dibattito sul controllo editoriale dei contenuti esternalizzati.
Le motivazioni dei vertici uscenti
Nel comunicato diffuso dopo l’annuncio, Tim Davie ha dichiarato di lasciare la Bbc “dopo 20 anni” definendo la decisione “interamente personale”, ma ammettendo che “il dibattito attorno a Bbc News ha comprensibilmente contribuito” alla scelta. Ha aggiunto che “la responsabilità finale degli errori ricade su di me” e che collaborerà con il Board per garantire “un passaggio ordinato” nei prossimi mesi.
Deborah Turness, in una nota indirizzata ai dipendenti, ha parlato di “una decisione difficile ma necessaria”, spiegando che la controversia su Panorama “sta danneggiando la Bbc, un’istituzione che amo”. Ha riconosciuto “errori di giudizio” nella produzione, ma respinto le accuse di faziosità: “Le affermazioni secondo cui Bbc News sarebbe istituzionalmente parziale sono sbagliate”.
Pressioni politiche e richiesta di trasparenza
La ministra della Cultura britannica Lisa Nandy ha definito la vicenda “molto seria”, sottolineando che “le accuse più gravi riguardano un presunto pregiudizio sistemico nel modo in cui vengono riportate le questioni difficili”. Il Dipartimento per la Cultura, i Media e lo Sport (Dcms) ha chiesto alla Bbc “piena trasparenza” sulle procedure editoriali e sulla gestione dei rapporti con i produttori esterni.
October Films, contattata dai media, non ha rilasciato commenti. Nel frattempo, il Board della Bbc ha avviato un riesame interno sulle modalità di verifica dei contenuti affidati a società indipendenti, con l’obiettivo di “rafforzare gli standard di accuratezza e responsabilità editoriale”.
Un precedente che pesa sulla reputazione
Per la Bbc, si tratta della più grave crisi di leadership dal 2012, quando il caso “Newsnight” costò l’incarico al direttore generale George Entwistle. Oggi l’emittente si trova nuovamente a difendere la propria credibilità, pilastro del servizio pubblico britannico finanziato dal canone.
Gli analisti dei media osservano che la crescente pressione politica e la polarizzazione dell’opinione pubblica hanno reso più complesso il ruolo della Bbc come arbitro imparziale del dibattito nazionale. Le prossime settimane saranno decisive per nominare i successori e ridefinire il perimetro della supervisione editoriale, in un momento in cui la fiducia del pubblico appare in bilico.
