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Berlino frena l’Europa sull’auto elettrica: Merz sfida Bruxelles

Alla fiera IAA Mobility, il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha lanciato un messaggio diretto all’Unione Europea: “Siamo ovviamente impegnati nella mobilità elettrica, ma abbiamo bisogno di una regolamentazione europea intelligente, affidabile e flessibile”.

Una dichiarazione che suona come una sfida aperta alle politiche ambientali di Bruxelles. Secondo Merz, l’UE ha imboccato una strada ideologica, ignorando le conseguenze economiche per l’industria automobilistica, in particolare quella tedesca.

“L’Europa non può limitarsi a una soluzione unica”, ha aggiunto. “Serve una competizione tra le migliori idee, le migliori tecnologie”. Il riferimento è chiaro: l’auto elettrica non può essere l’unica via.

La crisi dell’auto tedesca e il risveglio di Berlino

Dietro le parole di Merz si cela un malessere profondo. Le case automobilistiche tedesche affrontano una tempesta perfetta: calo della domanda, concorrenza spietata da Cina e Stati Uniti, e una transizione ecologica che impone investimenti colossali e tempi strettissimi.

Il cancelliere ha puntato il dito contro la concorrenza globale: “La nostra risposta non può essere l’isolamento e la regolamentazione del mercato, ma la leadership tecnologica, Made in Germany”.

Un appello alla resilienza industriale, alla capacità di innovare senza rinunciare alla sovranità produttiva. La Germania vuole guidare, non subire.

Bruxelles sotto pressione: il modello unico vacilla

Le parole di Merz non sono solo un monito, ma un segnale politico. La Germania, locomotiva economica dell’Europa, non intende subire passivamente le direttive comunitarie. E se Berlino si muove, l’intero equilibrio europeo rischia di vacillare.

La fiera di Monaco si è trasformata in un palcoscenico di tensioni geopolitiche e industriali. Mentre le aziende tedesche cercano di difendere il proprio modello, Bruxelles appare sempre più isolata nella sua visione centralista.

Il futuro dell’auto europea è in bilico. E con esso, la credibilità di un progetto comunitario che non può permettersi di perdere il sostegno della sua potenza industriale più influente.

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Redazione