Politica

Berlusconi allontana il calice sospetto: FI non tratta con Conte

C’è una ragione se a metà pomeriggio, mentre si comincia a diffondere la voce che Conte salirà al Quirinale, Silvio Berlusconi è costretto a mettere le mani avanti. Le voci di pezzi di Forza Italia pronti a staccarsi, come hanno già fatto Renata Polverini, Maria Rosaria Rossi e Andrea Causin, continuano a minare un partito diviso in due e destinatario dei sospetti degli alleati. Forza Italia, dice, è “compatta”. “Voglio chiarire ancora una volta che nessuna trattativa è in corso, né ovviamente da parte mia, né di alcuno dei miei collaboratori, né di deputati o senatori di Forza Italia, per un eventuale sostegno di qualunque tipo al governo in carica”. A differenza di Meloni e Salvini, il Cavaliere non indica la via delle urne come unica percorribile.

“La strada maestra – sottolinea – è una sola: rimettere alla saggezza politica e all’autorevolezza istituzionale del Capo dello Stato di indicare la soluzione della crisi, attraverso un nuovo governo che rappresenti l’unità sostanziale del paese in un momento di emergenza oppure restituire la parola agli italiani”. Ma poiché fidarsi è bene ma non fidarsi è meglio, per oggi è stato convocato un nuovo vertice di centrodestra, ‘cespugli compresi’, per dare un’immagine di compattezza, ma anche per controllare che non ci siano fughe in avanti. A differenza di quel che sostiene Berlusconi, infatti, Forza Italia pullula di mal contento e c’è una consistente fetta di parlamentari che non si rassegna alla trazione sovranista, guarda a Mara Carfagna o a Renato Brunetta, e continua a credere che la strada che da imboccare sia quella di un governo di ‘salute pubblica’.

Anche nella Lega c’è un blocco, guidato da Giancarlo Giorgetti, convinto che il modo migliore per uscire dalla crisi sia un esecutivo di unità nazionale. Matteo Salvini, però, continua a tenere la linea che, per la verità, tutto il centrodestra ha rappresentato al Quirinale. “Basta pasticci, basta perdite di tempo, basta con i giochini di palazzo e la compravendita di senatori. Gli italiani – afferma – hanno bisogno di ospedali, di scuole aperte e sicure e di un anno di pace fiscale per restituire respiro e speranza a famiglie e imprese. Non è questo il Governo che può accompagnare l’Italia fuori da disastro. Usiamo le prossime settimane per ridare la parola al popolo e poi avremo per 5 anni un Governo e un Parlamento seri e legittimati, non scelti dal palazzo ma scelti dagli italiani”.

Nessun tentennamento in Fratelli d’Italia che da sempre chiede che si ridia la parola agli elettori. “Conte sì, Conte no, Conte ter. Dimissioni sì, dimissioni no, dimissioni domani. L’Italia non si merita questo schifo”, afferma Giorgia Meloni. La causa di un governo di unità nazionale, tuttavia, è perorata anche dal leader di Cambiamo, Giovanni Toti. Un discorso che è aperto anche nell’Udc che pure si chiama “fuori dai giochi dei responsabili” per sostenere il governo. “I tre senatori dello scudo crociato – fanno sapere – hanno votato all’unanimità no alla fiducia del Governo e voteranno, in maniera compatta, no alla relazione del ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede”. Ma quel che accadrà dopo le dimissioni di Conte è tutta un’altra partita. askanews

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