Berlusconi, “basta politica”. E scatta il panico tra gli azzurri. La figlia Marina irritata

Berlusconi, “basta politica”. E scatta il panico tra gli azzurri. La figlia Marina irritata
9 giugno 2016

Facce scure, volti preoccupati. Gia’ da questa mattina tutto il partito aveva capito che le condizioni di Berlusconi erano piu’ allarmanti di quanto si potesse pensare. Qualcuno azzarda che e’ da Natale che il Cavaliere aveva manifestato sintomi di malessere, altri rimproverano chi ha spinto affinché l’ex premier facesse la campagna elettorale, arrivando a toccare i quartieri della Capitale e ad allungarsi fino a Caserta e Napoli. La piu’ irritata, riferiscono fonti parlamentari di FI, e’ Marina, la primogenita che da tempo ha raccomandato ai big di FI di centellinare l’impegno politico del padre, di non esporlo ad un eccessivo stress. “Gli sconsiglio di continuare a fare politica”, dice ora il suo medico, Zangrillo. Stesso ‘avviso’ arrivato da Confalonieri e da Letta.

Ma ora il ‘mantra’ in FI e’ rimanere compatti, uniti, con la testa rivolta ai ballottaggi in attesa di buone notizie sulla salute del presidente azzurro. Ma oltre la preoccupazione per il fondatore di FI, il partito e’ agitato anche dall’incertezza del futuro. Incertezza legata innanzitutto alla direzione politica. Perche’ Salvini – insieme al cosiddetto ‘asse del nord’ di FI – spinge per un ricompattamento dell’alleanza in versione anti-Renzi, con un no secco al referendum. E un’altra parte di FI che, invece, preferisce guardare ad un nuovo centro, a Verdini, ad Alfano, ad un progetto che potrebbe nascere dopo i ballottaggi.

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Al momento gli occhi sono puntati su Milano: e Parisi, vincendo – o anche in caso di sconfitta – potrebbe essere il leader futuro che terrebbe unite le due anime del partito. Ma il timore tra gli azzurri e’ che si possa arrivare ben presto ad una divisione interna, che si possano perdere altri pezzi per strada o che FI possa essere ridimensionata. Da qui la necessita’, manifestata da diversi ‘big’, di riorganizzarsi al piu’ presto, ovvero dopo il 19 giugno. Per un confronto aperto e portare FI ad una fase congressuale vera e propria tra sei mesi. Nel frattempo potrebbe nascere una sorta di direttorio, con i ‘big’ piu’ rappresentativi di FI a traghettare la fase di transizione. Una direzione che, tuttavia, dovrebbe prevedere un’intesa che al momento non c’e’. Dietro la preoccupazione per la salute di Berlusconi si cela quindi anche la volonta’ di muoversi verso una ‘autosufficienza’ per respingere eventuali manovre di annessione.

E per non diventare marginali in un’ottica di bipolarismo Pd-Cinque stelle. Salvini va avanti e il 25 giugno lancera’ la Leopolda del centrodestra e subito spingera’ per costituire i comitati del No. Dall’altra parte Renzi che nel frattempo ai suoi ha spiegato di voler tornare a parlare con gli interlocutori sociali di un pezzo del Paese (oggi ha cominciato con Confcommercio, spiegando di non aver paura dei fischi) prepara la battaglia di ottobre. FI dovra’ dare una prima risposta, anche ristrutturandosi all’occorrenza (molti parlamentari spingono affinche’ ci sia un maggior coinvolgimento sulle decisioni), anche se tutti i dirigenti azzurri, a partire da Matteoli, avvertono che la priorita’ e’ evitare fibrillazioni e paure perche’ non e’ il momento di “sciacallaggi” ne’ di ragionamenti sull’avvenire.

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