Bielorussia, Ue non esclude sanzioni su voto e repressione proteste

13 agosto 2020

L’Unione europea preannuncia una “profonda revisione” dei rapporti con la Bielorussia se questa non rilascerà “immediatamente e senza condizioni” i manifestanti arrestati a seguito del voto di domenica “né libero né equo” e le violenze “sproporzionate e inaccettabili” usate dalla polizia contro la gente in piazza. Il capo della diplomazia Ue Josep Borrel non esclude inoltre “misure contro i responsabili delle violenze, degli arresti ingiustificati e della falsificazione del risultato elettorale”. Borrel evidenzia che “l’Ue ha seguito da vicino gli sviluppi che hanno portato alle elezioni presidenziali e durante la campagna elettorale, il popolo bielorusso ha dimostrato il desiderio di un cambiamento democratico. Tuttavia, le elezioni non sono state né libere né eque”.

In questo contesto, il capo della diplomazia Ue tiene a precisare “che valuteremo le azioni delle autorità bielorusse per affrontare la situazione attuale e condurremo un esame approfondito delle relazioni dell’UE con la Bielorussia”. “Ciò può includere, tra l’altro, l’adozione di misure contro i responsabili delle violenze osservate, arresti ingiustificati e falsificazione dei risultati delle elezioni”. “Chiediamo alla leadership politica bielorussa di avviare un dialogo genuino e inclusivo con la società ampia per evitare ulteriori violenze. L’UE continuerà a sostenere una Bielorussia democratica, indipendente, sovrana, prospera e stabile”, conclude Borrel. Anche la Commissione europea ha ragionevoli dubbi sui risultati delle presidenziali in Bielorussia, che assegnano la vittoria al capo di stato uscente Alexander Lukashenko, dichiara il portavoce per gli Affari esteri Peter Stano. “In base alle informazioni che riceviamo e a quello che vediamo fino ad ora, ci sono ragionevoli dubbi sull’accuratezza dei risultati elettorali annunciati dalla Commissione elettorale centrale”, conclude Stano.

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Sul fronte della cronaca, la polizia della Bielorussia ha arrestato più di 2.000 persone nelle ultime 24 ore per aver partecipato alle manifestazioni non autorizzate seguite alle presidenziali di domenica. Il ministero dell’Interno sottolinea che gli agenti hanno dovuto “prendere le misure necessarie per garantire l’ordine pubblico”, nel momento in cui si sono verificati disordini organizzati via internet in diverse città, principalmente a Minsk, Brest, Mogilev e Navapolatsk. Secondo il ministero una ventina di agenti sono rimasti feriti e “i gruppi di manifestanti a Minsk hanno usato granate fumogene e bottiglie con esplosivo”. Da domenica sera i sostenitori dell’opposizione sono scesi in piazza per denunciare brogli nelle presidenziali, vinte, secondo la Commissione elettorale, dal presidente uscente Aleksander Lukashenko.

Anche la Farnesina interviene, sottolineando che “l`ondata di arresti indiscriminati di questi ultimi due giorni a Minsk, così come la compressione dei principali diritti civili e delle fondamentali libertà democratiche, inclusa quella di stampa, suscitano la più profonda preoccupazione”. “Tali gravi sviluppi – prosegue il ministero degli Esteri – fanno peraltro seguito ad una consultazione elettorale che secondo molti osservatori, non solo locali, ha deluso le aspettative riposte dalla Comunità Internazionale. L’Italia invita le Autorità di Minsk ad avviare al più presto un dialogo con le opposizioni e a mettere in atto tutte le misure necessarie ad allentare le tensioni. Da parte italiana non si mancherà di offrire ogni utile sostegno ad una Bielorussia stabile e democratica”.

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