Bilancio, in Sicilia scintille tra Crocetta e Pd. Il governatore: “Rapporti tra governi non possono essere mediati da alcuno”

Bilancio, in Sicilia scintille tra Crocetta e Pd. Il governatore: “Rapporti tra governi non possono essere mediati da alcuno”
14 aprile 2015

di Giuseppe Novelli

Si continua a lavorare per far quadrare i conti della Regione Siciliana. Il governatore Rosario Crocetta è a stretto contatto con Roma per tentare di partorire documenti contabili che possano avere  al parlamento siciliano il più ampio consenso possibile. Di certo, la strada per Crocetta è più che in salita: da un alto il suo stesso partito, il Pd, che in quest’ultimo periodo, in modo particolare, s’è manifestato tutt’altro che suo alleato. Dall’altra parte della trincea c’è un’opposizione agguerrita e pronta a fare ostruzionismo per lo ‘scippo’, a loro dire, della vice presidenza dell’Ars da parte del partito di Renzi. A rendere più chiaro lo scenario pensa lo stesso Crocetta che irrompe sulla scena. “Non so a chi giovi presentare l’iniziativa, legittima, del Pd di incontrare il ministro Delrio sulle questioni di bilancio – chiosa – quasi come una sorta di mediazione tra governo della Sicilia e nazionale, entrambi rappresentativi della democrazia come lo sono i partiti”. E puntella a scanso di equivoci: “I rapporti tra i governi regionale e nazionale, non possono essere in nessun modo mediati da alcuno, ma rientrano nella normalità istituzionale di rapporti che già esistono, persino a prescindere dalle collocazioni politiche dei singoli governi e continuano a essere incardinati nella logica istituzionale”. Insomma, per il governatore l’incontro romano è “un’iniziativa tutta politica e lo si evince dalle dichiarazioni di Raciti, quando parla di difficoltà di dialogo tra il presidente della Regione e il Nazareno. Sinceramente io queste difficoltà le sconoscevo. Le ho apprese dalla stampa e – conclude il presidente – sarebbe bello che il Nazareno chiarisse le ragioni di tale difficoltà”.

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Intanto, Bilancio e Finanziaria inizieranno il loro iter in Aula a partire dal 24 aprile e fino a giorno 27 sara’ possibile per i parlamentari presentare emendamenti. Il voto ai documenti contabili iniziera’ a partire dal 28 aprile alle 11.  Secondo Marco Falcone, capogruppo di Forza Italia all’Ars, “il disavanzo della Regione siciliana quest’anno non potra’ essere inferiore ad un miliardo e 750 milioni di euro rispetto al miliardo circa dell’anno scorso”. “L’anno prossimo, sempre perche’ l’operazione e’ basata su somme virtuali – aggiunge – si arrivera’ ad un disavanzo di due miliardi e mezzo di euro”. In altre parole, per il forzista, “il documento si fonda su una pioggia di trasferimenti virtuali, alcuni dei quali, come i 518 milioni di euro dell’Iva con pagamento separato, devono essere autorizzati dall’Ue e potrebbe non avvenire, cosi’ come i 150 milioni di euro che verrebbero dal congelamento delle rate di mutuo, e i 450 milioni che dovrebbero arrivare dalle compensazioni fiscali dell’irpef maturata in Sicilia ma riscossa la Nord. Queste somme se non reali andranno a costituire accantonamenti negativi e dunque creeranno deficit”.

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