Bimbo morto a Napoli, l’avvocato: famiglia si fidava del domestico

22 settembre 2021

“Sulla base di quello che mi è stato riferito, Cannio non aveva mai dato segni di squilibrio mentale. Era una persona tranquilla, anzi godeva della loro fiducia perché era una persona che dava un senso di tranquillità. La famiglia non aveva alcuna contezza di segni di schizofrenia”. A spiegarlo è Domenico De Rosa, legale della famiglia di Samuele, il piccolo di 4 anni morto dopo essere precipitato da un balcone nei pressi di via Foria, a Napoli. La riservatezza e la tranquillità che dimostrava erano un motivo in più per continuare a trattarlo in quel modo. – evidenzia l’avvocato – Mariano Cannio risultava una persona tranquilla a cui affidare le pulizie in presenza di una signora in stato di gravidanza”.

“Mi risulta che Mariano Cannio da anni si dedicava a lavori di carattere domestico non solo presso la famiglia ma anche presso altri familiari e parenti. Questo non avveniva da sei mesi o sei ore, ma da anni. Cannio era una persona che chiedeva spesso, avendo bisogno di sostentamento di carattere economico, di andare a svolgere queste attività domestiche presso l’abitazione dei vari componenti della famiglia. Nel caso specifico la mamma incinta all’ottavo mese mai come in questo momento aveva bisogno di un aiuto di carattere domestico” conclude l’avvocato.

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