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Blitz anti-Hamas a Genova: nove arresti, in manette anche Hannoun. Meloni: “Apprezzamento e soddisfazione” per l’operazione

Nove persone finite in manette con l’accusa di aver finanziato Hamas per sette milioni di euro. L’operazione, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo di Genova, ha portato all’arresto di figure di spicco del mondo pro-Pal in Italia, tra cui Mohammad Mahmoud Ahmad Hannoun, presidente dell’associazione dei palestinesi in Italia e considerato dagli inquirenti “vertice della cellula italiana di Hamas”. Sequestrati beni per oltre otto milioni di euro.

Colpo durissimo al finanziamento del terrorismo islamico in Italia. La Digos di Genova e il Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza, insieme al Nucleo Speciale della Polizia Valutaria, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di nove indagati accusati di appartenere e finanziare Hamas. L’organizzazione terroristica palestinese, designata come tale dall’Unione Europea, avrebbe ricevuto circa sette milioni di euro attraverso una complessa rete di associazioni apparentemente benefiche operanti sul territorio italiano.

La rete delle associazioni fittizie

Il sistema messo in piedi dagli indagati si reggeva su una struttura di associazioni che si dichiaravano impegnate in attività umanitarie a favore della popolazione palestinese. In realtà, secondo la ricostruzione degli investigatori, più del 71 per cento dei fondi raccolti veniva dirottato direttamente verso Hamas o verso organizzazioni ad essa collegate. Tra le associazioni coinvolte figurano l’Associazione benefica di solidarietà col popolo palestinese, di cui è legale rappresentante proprio Mohammad Hannoun, e l’Associazione benefica La Cupola d’Oro, con sede a Milano, rappresentata da Abu Deiah Khalil.

Il denaro veniva trasferito mediante sofisticate operazioni di triangolazione attraverso bonifici bancari o altre modalità, passando per associazioni con sede all’estero. I destinatari finali erano organizzazioni con sede a Gaza, nei Territori Palestinesi o in Israele, dichiarate illegali dallo Stato di Israele perché controllate o collegate ad Hamas. In alcuni casi i fondi arrivavano direttamente a esponenti dell’organizzazione terroristica, come Osama Alisawi, già Ministro del Governo di fatto di Hamas a Gaza, che in diverse occasioni sollecitava questo supporto finanziario.

Il sostegno ai familiari dei terroristi

Parte dei finanziamenti erano destinati al sostentamento delle famiglie di persone coinvolte in attentati terroristici contro civili o di detenuti per reati con finalità di terrorismo. Questo tipo di supporto, secondo gli inquirenti, ha rafforzato l’intento di un numero indeterminato di componenti di Hamas di aderire alla strategia terroristica dell’organizzazione, alimentando anche la disponibilità a compiere attentati suicidi. Un sistema perverso che garantiva alle famiglie dei terroristi una sorta di “pensione” in cambio del sacrificio dei loro cari.

Gli indagati avrebbero condiviso con Hannoun le decisioni riguardanti le iniziative da adottare, costituendo nuove associazioni come La Cupola d’Oro e La Palma per continuare l’attività di supporto finanziario ad Hamas nonostante i provvedimenti adottati dal circuito finanziario internazionale. Un meccanismo che ha permesso di aggirare i controlli e di mantenere attivo il flusso di denaro verso l’organizzazione terroristica per anni, con operatività a Genova e in altre località italiane ed estere.

Tre indagati per concorso esterno

Altri tre soggetti sono accusati di concorso esterno in associazione terroristica. Si tratta di Abu Rawwa Adel Ibrahim Salameh, dipendente dell’Associazione benefica di solidarietà col popolo palestinese dal 2008 e referente per il nord est d’Italia, Abu Deiah Khalil e Abdu Saleh Mohammed Ismail.

Pur non facendo formalmente parte di Hamas, avrebbero garantito un concreto supporto finanziario all’organizzazione, operando attraverso le stesse associazioni utilizzate dagli altri indagati. A loro viene contestato di aver raccolto e inviato fondi ad Hamas, anche mediante operazioni di triangolazione con associazioni estere, provvedendo al sostentamento di familiari di terroristi e detenuti.

Il plauso del governo Meloni

La premier Giorgia Meloni ha espresso “apprezzamento e soddisfazione” per l’operazione, definendola di “particolare complessità e importanza”. “Tra gli arrestati il presidente dell’associazione dei palestinesi in Italia Mohammad Hannoun, definito dagli investigatori membro del comparto estero di Hamas e vertice della cellula italiana dell’organizzazione terroristica”, ha sottolineato Meloni, ringraziando la Procura di Genova, la Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo, Polizia di Stato, Guardia di Finanza e l’Aise.

Il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani si è congratulato con il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi: “Importante operazione che ha portato allo smantellamento di una organizzazione che finanziava Hamas dall’Italia. Sempre grati alle forze dell’ordine”. Piantedosi ha parlato di operazione “molto importante e significativa”, evidenziando come sia stato “squarciato il velo su comportamenti che, dietro il paravento di iniziative a favore delle popolazioni palestinesi, celavano il sostegno a organizzazioni con finalità terroristiche di matrice islamista”. Il ministro ha sottolineato la “massima attenzione” del governo verso il pericolo dell’eversione islamista, elogiando le competenze investigative delle forze di polizia italiane “tra le migliori al mondo”.

Pubblicato da
Eleonora Fabbri