Il giudice della Corte Suprema federale brasiliana, Alexandre de Moraes, ha disposto gli arresti domiciliari per l’ex presidente Jair Bolsonaro, accusato di aver reiteratamente violato le misure cautelari imposte dall’autorità giudiziaria.
La decisione, emessa domenica, fa seguito alla partecipazione telefonica dell’ex capo di Stato a una manifestazione organizzata dai suoi sostenitori a Copacabana, quartiere della zona sud di Rio de Janeiro, in cui si chiedeva l’amnistia per Bolsonaro e l’impeachment del presidente Luiz Inácio Lula da Silva e dello stesso giudice De Moraes.
Nella motivazione del provvedimento, il magistrato ha evidenziato come Bolsonaro abbia “ignorato e mancato di rispettare” le direttive della Corte, aggravando la propria posizione giuridica. L’episodio chiave è stata la sua apparizione, seppur telefonica, durante la protesta di domenica, interpretata come un’aperta sfida all’autorità della Suprema Corte. De Moraes aveva già avvertito che l’istituzione non avrebbe ceduto a pressioni esterne, nazionali o internazionali, in vista del processo a carico dell’ex presidente, previsto per la fine dell’anno. Bolsonaro è accusato di aver orchestrato un presunto tentativo golpista per mantenere il potere dopo la sconfitta elettorale del 2022 contro Lula.
La manifestazione di Copacabana, replicata in diverse città del Paese, ha riunito migliaia di sostenitori del leader conservatore, segnando un nuovo picco di polarizzazione politica in Brasile. I manifestanti hanno contestato non solo l’operato del governo Lula, ma anche l’indipendenza della Corte Suprema, accusata di perseguire un’agenda politica. L’evento rientra in un contesto di crescente instabilità istituzionale, alimentata da scontri tra fazioni opposte e da un dibattito pubblico sempre più acceso sulla legittimità delle istituzioni.
La misura degli arresti domiciliari rappresenta un ulteriore capitolo nello scontro tra Bolsonaro e il sistema giudiziario brasiliano, con ripercussioni immediate sul clima politico nazionale. Mentre i sostenitori dell’ex presidente denunciano una “persecuzione giudiziaria”, gli osservatori internazionali monitorano con attenzione l’evoluzione di una crisi che potrebbe influenzare gli equilibri democratici del Paese. Il processo a Bolsonaro, atteso entro dicembre, sarà un banco di prova cruciale per la tenuta dello Stato di diritto in Brasile.